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Auto ed Unione Europea, il Governo italiano si mette di traverso | Guai in vista per questi cittadini: se le hanno comprate rischiano grosso

Auto e unione Europea

Auto e unione Europea (Canva foto) - www.aerospacecue.it

L’Italia dice no all’ultima mossa dell’Unione Europea sulle auto: il Governo si oppone e ora molti cittadini potrebbero ritrovarsi nei guai.

C’è un tema che, negli ultimi anni, ha acceso dibattiti e diviso opinioni come pochi altri: il futuro delle auto in Europa. Tra chi sogna un mondo senza emissioni e chi invece teme per migliaia di posti di lavoro, il confronto è sempre più acceso. E non si tratta solo di tecnologia: in ballo ci sono interessi economici giganteschi, equilibri politici e scelte che cambieranno le nostre vite quotidiane.

In mezzo a tutto questo, c’è una domanda che molti si stanno facendo: siamo davvero pronti per una transizione così radicale? Passare dalle auto a benzina e diesel a quelle elettriche sembra una strada tracciata, ma non tutti i Paesi europei partono dallo stesso punto. E alcuni, come l’Italia, cominciano a dire che forse, così com’è, questa corsa rischia di fare più danni che benefici.

Alcuni settori, specialmente quelli legati alla manifattura tradizionale, stanno già sentendo il peso di questo cambiamento. Intere filiere si trovano a dover riconvertire in fretta, senza avere ancora chiaro un piano realistico di supporto. Le piccole e medie imprese, in particolare, sono quelle più esposte, e rischiano di restare indietro se non accompagnate adeguatamente.

A questo si aggiunge il malumore dei cittadini. Sempre più persone si chiedono se davvero convenga buttarsi sulle auto elettriche ora, tra costi ancora alti, infrastrutture carenti e bonus statali che vanno e vengono. E mentre le case automobilistiche si affannano a reinventarsi, alcuni governi stanno cercando di cambiare le regole del gioco.

La risposta italiana al Green Deal: difendere l’auto tradizionale

Proprio su questo fronte si inserisce la posizione netta presa da Giorgia Meloni. La premier italiana ha chiesto a Bruxelles una revisione profonda delle normative europee sull’auto elettrica. Il motivo? Secondo Meloni, la transizione prevista dal Green Deal europeo rischia di affossare l’industria automobilistica tradizionale italiana, ancora fortemente legata ai motori termici.

La proposta è chiara: sospendere o rimodulare il piano che prevede lo stop alla vendita di auto a combustione interna entro il 2035. Secondo Meloni, una scadenza così ravvicinata metterebbe a rischio migliaia di posti di lavoro e colpirebbe duramente territori già fragili. Il governo italiano, quindi, chiede più tempo, più flessibilità e soprattutto una maggiore considerazione delle specificità dei singoli Stati.

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Auto (Canva foto) – www.aerospacecue.it

Pressioni globali e tensioni con Bruxelles: l’Italia gioca la sua partita

Questa mossa ha fatto subito rumore a Bruxelles, dove il tema del Green Deal è tra i più caldi. L’Italia si è di fatto posizionata in controtendenza rispetto a un piano europeo condiviso, ma che molti iniziano a rimettere in discussione. La richiesta italiana si inserisce in un contesto più ampio di tensioni commerciali, soprattutto con gli Stati Uniti, dove l’imposizione di dazi fino al 25% sulle auto europee ha complicato ulteriormente la partita.

A pesare c’è anche la mancanza, in molte aree del Paese, di una rete di ricarica efficiente e capillare, e una certa diffidenza verso un cambio di paradigma vissuto come imposto più che scelto. Il timore è che, così com’è, il Green Deal finisca per favorire solo alcune economie a discapito di altre. E l’Italia, che ha fatto dell’automotive una delle sue eccellenze, ora vuole far sentire la sua voce forte e chiara.