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Gli USA hanno fretta di raggiungere Marte | Pronto il veicolo che impiegherà la metà del tempo: Cina distrutta

Illustrazione di un astronauta nello spazio (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Illustrazione di un astronauta nello spazio (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

La corsa a chi occuperà per primo Marte è incominciata da un pezzo, ma gli USA stanno cercando di accelerare a più non posso.

In questo momento c’è una vera e propria corsa a chi arriva prima su Marte. Stati Uniti e Cina sono in prima fila, con piani super ambiziosi: NASA punta a mandare umani negli anni ‘30, mentre la Cina sogna di farcela addirittura prima, magari già nel 2030. Un po’ come una sfida tra giganti, ma nello spazio.

Anche l’Europa vuole dire la sua, anche se va un po’ più piano. L’Agenzia Spaziale Europea collabora molto con gli americani e spera di partecipare a missioni future, magari aiutando con moduli o tecnologie. Diciamo che si prepara più da “compagna di viaggio” che da protagonista.

Poi ci sono i privati, tipo SpaceX di Elon Musk, che spingono ancora più forte. Musk parla di colonizzare Marte come se stesse organizzando un weekend fuori porta. Certo, i suoi tempi sono sempre super ottimistici, ma l’idea è chiara: rendere Marte una seconda casa.

Alla fine, tutti hanno la stessa urgenza: mettere piede su Marte prima che lo faccia qualcun altro. Non è solo una questione di gloria, ma anche di soldi, tecnologia e, diciamolo, un po’ di orgoglio nazionale.

Spedizioni marziane a tutta birra

Sognare di andare su Marte ormai non basta più: adesso c’è una vera corsa a chi ci arriva prima e più velocemente. E indovina un po’? Gli Stati Uniti stanno puntando tutto su una nuova tecnologia che potrebbe cambiare le regole del gioco: la Propulsione Termica Nucleare, o NTP per gli amici. Hanno appena fatto dei test importanti all’Ohio State University, proprio per vedere se questi motori nucleari spaziali possono davvero funzionare.

Il problema più grosso? Beh, trovare materiali che resistano a temperature infernali e a radiazioni spaziali da paura. Per fortuna, quelli dell’Oak Ridge National Laboratory (ORNL) sono dei veri maghi della scienza dei materiali e hanno tirato fuori un rivestimento speciale al carburo di zirconio. Sembra roba da film di fantascienza, ma in realtà sta diventando tutto molto concreto.

Illustrazione di un cosmonauta su Marte (Pixabay FOTO) -www.aerospacecue.it
Illustrazione di un cosmonauta su Marte (Pixabay FOTO) -www.aerospacecue.it

Dritti su Marte!

Il cuore dei motori NTP funziona scaldando l’idrogeno con un reattore nucleare per creare la spinta. È un sistema che, se tutto va bene, potrebbe tagliare di brutto i tempi per arrivare su Marte e anche risparmiare sui costi (che, spoiler, sono fuori di testa). 

Per provare quanto fosse tosto il nuovo materiale, hanno usato un aggeggio chiamato INSET 2.0 (nome da robot dei cartoni, lo so) che riesce a portare i campioni a temperature folli in pochi minuti. L’esperimento è andato bene, ma adesso tocca analizzare i campioni post-test per vedere quanto il rivestimento ha davvero resistito. Riusciranno gli statunitensi ad arrivare per primi su Marte?