La gravità nasce dall’entropia? Una nuova teoria collega relatività e meccanica quantistica

Illustrazione della gravità (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Una teoria che potrebbe sconvolgere le conoscenze umane relativamente all’intero cosmo. Ecco in che modo la gravità sarebbe connessa all’entropia
Un recente studio pubblicato su Physical Review D ha posto all’attenzione della comunità un’ipotesi potenzialmente in grado di rimescolare totalmente le carte per quanto concerne la comprensione e gli studi dell’uomo relativi alla gravità e alla meccanica quantistica.
“Gravity from Entropy“, così s’intitola lo studio, ha infatti introdotto un ipotetico nuovo approccio strettamente legato alla gravità dell’entropia quantistica relativa. Si tratta di uno scenario che andrebbe ad occupare il divario, apparentemente inspiegabile, dalla teoria della meccanica quantistica e la teoria della relatività generale formulata da Albert Einstein.
Questi due principi sono sempre parsi difficilmente conciliabili tra loro, in quanto la meccanica quantistica governa prettamente il comportamento di particelle alle scale minori, mentre la relatività generale è inerente alla forza di gravità su scale cosmiche.
Ma la docente di matematica applicata presso la Queen Mary University di Londra, Ginestra Bianconi, ha diffuso proprio attraverso lo studio sopraindicato un possibile scenario correlato alla metrica dello spazio tempo, utilizzando l’entropia relativa quantistica per spiegare quella che, effettivamente, sarebbe l’interazione tra geometria dello spaziotempo e materia.
Formulate delle ipotesi incredibili
“Gravity from Entropy” è stato in grado di introdurre una nuova azione entropica, volta a marcare la differenza tra la metrica indotta dai campi di materia e la metrica dello spazio tempo, che porta alla modifica delle equazioni di Einstein. La teoria formulata prevede addirittura l’emergere di una costante cosmologica positiva, che va ad allinearsi con le osservazioni sperimentali dell’espansione accelerata dell’Universo, molto più rispetto a quanto emerso con altre teorie che hanno preceduto questa.
L’introduzione del campo G, campo ausiliario che funge da moltiplicatore lagrangiano, rappresenta una delle peculiarità fondanti della teorie stessa, in quanto capace di svolgere un ruolo determinante nelle equazioni modificate della gravità, contribuendo ad ampliare le possibili interpretazioni riguardanti la materia oscura, significativamente, si ipotizza, presente nell’Universo, ma mai ancora esplorata in modo diretto ed approfondito. La ricerca sta impegnando un elevato numero di esperti, ma i primi risultati si mostrano già non indifferentemente significativi.

I potenziali risultati sul lungo termine
Lo studio è stato, infatti, in grado di fornire un percorso che possa condurre ad una teoria unificata della gravità quantistica, con il campo G potenzialmente in grado di offrire ulteriori suggerimenti per quanto concerne la natura della materia oscura stessa. La professoressa Bianconi spiega che il lavoro attualmente in studio propone un’ipotesi per la quale il campo G sarebbe inquadrato come “candidato” per la materia oscura.
Seguiranno ulteriori ricerche, al fine di analizzare in modo esaustivo ogni ipotetica implicazione derivante da questa teoria, ma lo studio in sé già rappresenta un significativo passo in avanti per l’intera comunità scientifica, che potrebbe realmente consentire di approfondire quella che è la natura dell’Universo, la sua origine e la sua evoluzione. Il lavoro non soltanto della docente Bianconi si fonda sull’inquadramento dello spaziotempo come un’entità quantistica e, usufruendo dell’entropia, associandola alle metriche spaziotemporali, sarà davvero possibile comprendere informazioni sino ad ora rimaste interrogativi irrisolti relativamente all’intero cosmo.