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Uno spettacolo senza eguali nell’Universo | Astronomi senza parole: “Abbiamo impiegato mesi per riprenderci”

Illustrazione dell'universo (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Illustrazione dell'universo (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

L’universo è caratterizzato da spettacoli ineguagliabili, ma alcuni di essi ancora lasciano senza parole gli astronomi.

L’astronomia ci regala scoperte che ogni volta ti fanno dire “wow”. Tipo il James Webb Space Telescope, che ha fotografato galassie vecchie quasi quanto l’universo stesso. Roba che fino a pochi anni fa sembrava fantascienza, e ora invece ci fa vedere com’era il cosmo agli albori.

Un’altra cosa pazzesca è la scoperta degli esopianeti abitabili. Gli astronomi ormai trovano pianeti fuori dal nostro Sistema Solare quasi ogni settimana, alcuni in zone dove, teoricamente, potrebbe esserci acqua liquida. Insomma, la domanda “siamo soli?” sembra meno assurda di prima.

E che dire dei buchi neri? Hanno pure “fotografato” l’ombra di uno, nel 2019. Un’immagine storica, la prima mai catturata, che ha confermato quello che Einstein aveva previsto cento anni fa. Da brividi solo a pensarci.

Poi ci sono le onde gravitazionali: minuscoli tremolii dello spazio-tempo rilevati per la prima volta nel 2015. Una scoperta che ha aperto una finestra tutta nuova sull’universo, come se fino a ieri lo guardassimo da una fessura, e adesso spalancassimo le porte.

Un risveglio improvviso

A volte l’universo riesce ancora a sorprenderci sul serio. Un gruppo di astronomi, mentre cercava segnali di una kilonova nel 2019, si è imbattuto in qualcosa di completamente diverso: una luce fortissima, improvvisa, che non sembrava voler svanire come invece dovrebbe fare una kilonova. Il protagonista di questa storia è un oggetto dal nome un po’ complicato, J221951, e la sua scoperta è stata così strana che ha subito fatto drizzare le antenne a tutti.

Inizialmente nessuno capiva bene cosa fosse. Sembrava una classica esplosione stellare, ma i comportamenti erano strani: il colore rimaneva blu, non cambiava, e non si affievoliva in fretta. Da lì è partito un lavoro di squadra pazzesco, usando un sacco di telescopi sparsi per il mondo e anche nello spazio, tipo Hubble e il Very Large Telescope.

Illustrazione del buco nero ( ESO M. Kornmesser FOTO) - www.aerospacecue.it
Illustrazione del buco nero ( ESO M. Kornmesser FOTO) – www.aerospacecue.it

Un comportamento particolare

Alla fine, studiando bene la luce raccolta, è saltato fuori che J221951 si trova a qualcosa come 10 miliardi di anni luce da noi, una distanza folle. E che si tratta di uno dei fenomeni più luminosi mai visti. Non era collegato a onde gravitazionali come pensavano all’inizio, ma a un buco nero supermassiccio che si era svegliato dopo essere rimasto tranquillo per chissà quanto tempo.

Gli scienziati pensano che ci siano due possibilità: o una povera stella è passata troppo vicina al buco nero ed è stata letteralmente fatta a pezzi, oppure il buco nero è semplicemente tornato a essere attivo dopo una lunga pausa. Adesso J221951 viene monitorato giorno e notte, perché capire se continuerà a spegnersi o tornerà a brillare ancora più forte potrebbe insegnarci un sacco di cose su come funzionano davvero questi giganti spaziali.