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Segnali animali dall’Universo | Comunicazioni da extraterrestri? Ecco cosa dicono gli scienziati

Illustrazione di segnali da altri pianeti (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Illustrazione di segnali da altri pianeti (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Arrivano alcuni segnali dall’universo, forse da alcuni animali. Potremmo essere vicini ad una comunicazione extraterrestre?

Comunicare con eventuali extraterrestri è una di quelle idee che sembra fantascienza, ma che la scienza prende sul serio. Da decenni esistono progetti come il SETI, che usano enormi radiotelescopi per “ascoltare” eventuali segnali provenienti dallo spazio. Finora, spoiler: nessuna risposta certa.

Dal nostro lato, abbiamo anche provato a mandare messaggi. Tipo il famoso “messaggio di Arecibo” del 1974, un saluto in codice binario spedito verso un ammasso stellare. C’erano dentro informazioni su di noi: dove siamo, cosa sembriamo, che tipo di vita abbiamo. Insomma, una specie di bigliettino da visita cosmico.

Il problema grosso è che non abbiamo idea di come potrebbero comunicare eventuali civiltà aliene. Usiamo onde radio perché è il metodo più logico per noi, ma magari loro pensano, parlano o percepiscono in modi completamente diversi. Forse neanche capirebbero i nostri messaggi, anche ammesso che li ricevessero.

In più c’è chi dice che magari è meglio non farsi sentire troppo. Non si sa mai chi potremmo svegliare, no? Al momento comunque la ricerca continua, paziente e silenziosa, un po’ come lanciare bottiglie nell’oceano sperando che, prima o poi, qualcuno risponda.

Quei segnali misteriosi dallo spazio…

Il cosmo non smette mai di stupirci. Proprio quando pensi di aver capito come funzionano le cose, arriva una nuova scoperta che ti ribalta tutto. Stavolta un gruppo di astronomi ha captato strani segnali provenienti dall’Universo primordiale, roba vecchia di miliardi di anni. I segnali arrivano da una galassia lontanissima e potrebbero riscrivere quello che pensavamo di sapere su come si è evoluto il nostro universo.

A intercettarli è stato il telescopio spaziale James Webb, che ormai sembra capace di trovare tesori cosmici ogni settimana. Stavano osservando una galassia antichissima, chiamata GS-z13-1, risalente a soli 330 milioni di anni dopo il Big Bang. E quello che hanno visto ha dell’incredibile: una gigantesca bolla di plasma, larga almeno 650.000 anni luce, che circondava la galassia. Mai vista una cosa del genere così presto nella storia cosmica.

Illustrazione di un segnale (Depositphotos FOTO) - www.aerospacecue.it
Illustrazione di un segnale (Depositphotos FOTO) – www.aerospacecue.it

Una scoperta che cambia le regole

Questa bolla di plasma racconta che il gas d’idrogeno ionizzato, quello che permette alla luce di viaggiare nello spazio, era già lì molto prima di quanto pensassimo. Significa che l’epoca della reionizzazione, quel periodo in cui l’Universo ha smesso di essere buio e ha iniziato a brillare, potrebbe essere iniziata in anticipo rispetto a quanto dicevano i libri.

E tutto questo grazie a stelle gigantesche, molto più grandi e calde del nostro Sole, che avrebbero sparato radiazioni ultraviolette potentissime. Il bello è che questa scoperta, se confermata, potrebbe obbligare gli scienziati a rivedere tutti i modelli su come si sono formate le prime galassie.