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Ricercatori cinesi sono convinti di quello che hanno scoperto | “Siamo riusciti a creare ossigeno dalla CO2”: Marte più vicino

Illustrazione della superficie di Marte (Depositphotos FOTO) - aerospacecue.it

Illustrazione della superficie di Marte (Depositphotos FOTO) - aerospacecue.it

Questa scoperta potrebbe essere davvero rivoluzionaria, e potrebbe essere utilissima per la colonizzazione di altri pianeti.

L’ossigeno, quello che respiriamo ogni secondo, nasce in natura principalmente grazie alle piante, alle alghe e ai cianobatteri. Attraverso la fotosintesi, usano la luce del Sole per trasformare acqua e anidride carbonica in zuccheri… e rilasciano ossigeno come “scarto”. È un processo antico, che ha cambiato completamente l’atmosfera terrestre milioni di anni fa.

Oggi però non ci affidiamo solo alla natura. In laboratorio, l’ossigeno si può ottenere con metodi chimici o fisici. Il più comune è l’elettrolisi dell’acqua: si fa passare una corrente elettrica nell’acqua e si separano idrogeno e ossigeno. Facile a dirsi, meno a farsi su larga scala, ma funziona.

Ci sono anche processi industriali più complessi, come la distillazione frazionata dell’aria liquida, usata quando serve ossigeno ad alta purezza, ad esempio in medicina o per applicazioni scientifiche.

Alla fine, sia che venga da una foglia o da un laboratorio, l’ossigeno resta uno degli elementi fondamentali della vita. E il fatto che riusciamo a produrlo anche “artificialmente” dice molto su quanto la scienza abbia imparato dalla natura.

Respirare su Marte? Forse non è più fantascienza

Hai presente tutte quelle volte in cui ci siamo chiesti “come faranno gli astronauti a respirare su Marte”? Beh, pare che una risposta cominci ad arrivare. E no, non si tratta di portare bombole giganti o serre spaziali stile film hollywoodiano. Un team di scienziati cinesi ha messo a punto una tecnologia che potrebbe cambiare le carte in tavola: un dispositivo che trasforma direttamente la CO₂ in ossigeno. Così, semplice e pulito (più o meno).

Il bello è che funziona senza bisogno di condizioni super estreme come alta pressione o temperature da forno spaziale, cosa che lo rende molto più pratico delle soluzioni testate finora, tipo il sistema MOXIE della NASA. Insomma, potrebbe essere perfetto non solo per Marte, ma anche per ambienti estremi sulla Terra dove l’aria buona scarseggia. E se l’energia arrivasse da fonti rinnovabili… sarebbe il top.

Illustrazione del suolo di Marte (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Illustrazione del suolo di Marte (Depositphotos foto) – www.aerospacecue.it

Un trucco abbastanza particolare

A differenza della fotosintesi, che le piante fanno usando idrogeno, questa nuova tecnica si basa sul litio. Il dispositivo è molto particolare: possiede un catodo a gas con un catalizzatore di rutenio e cobalto a scala nanometrica, e un anodo fatto di litio metallico.

Quando ci butti dentro la CO₂, questa reagisce in due passaggi. Prima si forma del carbonato di litio, poi questo si trasforma in ossido di litio e carbonio puro. A quel punto, l’ossido viene riconvertito e, voilà, esce ossigeno. Sembra magia, ma è chimica ben studiata. E funziona pure bene: più del 98% di efficienza.