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Il progetto è assurdo | Arriva l’astronave con 1000 persone a bordo: scienziati uniti per le Ricerche faranno di tutto, fino alla morte

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Esempio astronave (Pixabay foto) - www.aerospacecue.it

Un progetto senza precedenti sta per prendere vita: un’enorme astronave con 1000 persone salperà verso l’ignoto.

Abbiamo sempre avuto la testa tra le nuvole… anzi, oltre. Guardiamo il cielo da millenni chiedendoci cosa ci sia là fuori, cosa nascondano quelle luci lontane che brillano la notte. L’idea di esplorare lo spazio non è solo roba da scienziati o film di fantascienza — è un desiderio profondo, quasi primitivo. È come se ci fosse qualcosa che ci chiama, da lassù.

Pensaci: nel giro di pochi decenni siamo passati dai primi razzi che a malapena superavano l’atmosfera a sonde che oggi viaggiano verso l’infinito, oltre il nostro sistema solare. Ma la verità è che, anche se la tecnologia è avanzata un sacco, l’universo è ancora una bestia troppo grande per noi. Abbiamo appena graffiato la superficie.

Il problema adesso non è tanto “come ci arriviamo?”, ma piuttosto “come ci restiamo?”. Perché sì, andare su Marte o più lontano è affascinante, ma cosa succede se ci vogliono cent’anni o duecento? E se chi parte sa già che non tornerà mai? Iniziamo a parlare di missioni che si giocano su più generazioni. Non più viaggi, ma vere e proprie vite vissute nello spazio.

Ecco, qui entra in gioco una questione grossa: come si organizza una società che vive chiusa in una nave per secoli? Come si fanno nascere figli, si costruisce una cultura, si risolvono litigi… senza mai mettere piede su un pianeta? Cioè, ok l’avventura, ma qui si parla di cambiare tutto. Ed è proprio su questa idea che si basa il progetto che ti sto per raccontare.

Una nave spaziale dove si nasce, si lavora e si muore

Un team di scienziati, architetti e ingegneri sta progettando una nave spaziale gigantesca — tipo una città volante — che potrà ospitare fino a 1000 persone per un viaggio che durerà 250 anni. Sì, hai letto bene: due secoli e mezzo. Si chiama “Interstellar Generational Spaceship”, ed è pensata proprio per affrontare un viaggio che nessuno completerà in vita. I figli dei primi passeggeri continueranno il lavoro dei genitori. E i figli dei figli, e così via.

Il focus, curiosamente, non è tanto sui motori (che manco esistono ancora, per fare viaggi del genere), ma su tutto il resto: gli spazi, la convivenza, l’autosufficienza, la salute mentale e fisica, la cultura interna. Come si crea un mondo sostenibile là fuori? Si parla di ripensare tutto da zero, e farlo funzionare per secoli.

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Esempio astronave (Depositphotos foto) – www.aerospacecue.it

Il concorso Hyperion: costruire una civiltà nello spazio

Dietro questa follia c’è il Progetto Hyperion, un concorso internazionale in cui squadre composte da un architetto, un ingegnere e un sociologo devono immaginare l’interno perfetto per questa astronave. Non solo bello da vedere, ma anche pratico, efficiente e… umano. Le proposte saranno valutate in base a tantissimi criteri: funzionalità, estetica, stabilità emotiva, organizzazione sociale… un casino, insomma.

E poi c’è il punto più interessante: come si crea una società? Quali valori avrà? Come si evitano le crisi o i conflitti? Chi prende le decisioni? È come se si dovesse progettare una nuova umanità da zero, ma chiusa in uno scatolone di metallo a milioni di chilometri da casa. E, davvero, chi parte lo fa con la consapevolezza che — oh — non tornerà più.