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CAMPI FLEGREI, ora l’aiuto viene dallo Spazio | Monitorati con sofisticate tecnologie su dati termici

Area vulcanica

Area vulcanica (Canva foto) - www.aerospacecue.it

Dallo Spazio arriva un supporto fondamentale per i Campi Flegrei: nuove tecnologie stanno analizzando variazioni termiche invisibili da Terra.

I vulcani sono un po’ come quei vecchi zii che stanno zitti per anni, poi un giorno si svegliano e fanno tremare tutto. Seriamente, pensaci: sono lì, immobili, ci cammini sopra, ci vivi accanto… e sotto di loro bolle un mondo che non vediamo. E il bello (o il brutto) è che nessuno sa davvero quando decideranno di fare sul serio.

Proprio per questo, da anni la scienza cerca ogni modo possibile per capire i segnali in anticipo. Qualsiasi cosa possa dare un indizio: rumori strani, terreno che si alza di qualche centimetro, gas che esce da una fenditura, o anche un leggero cambiamento di temperatura. Anche i dettagli più piccoli possono fare la differenza.

Il calore, ad esempio, è uno di quegli indizi silenziosi ma fondamentali. Ma come si fa a misurare la temperatura del terreno in una zona enorme come i Campi Flegrei? Eh, da terra non è proprio una passeggiata. Spesso serve qualcosa in più… tipo, boh, un occhio dallo Spazio?

Ecco, è esattamente quello che sta succedendo. Grazie a certi strumenti montati lassù, sopra le nostre teste, oggi possiamo “vedere” il calore della Terra dall’orbita. E non si tratta solo di belle immagini.

Un nuovo modo di tenere d’occhio la zona flegrea

Un team dell’INGV ha pensato: e se usassimo i dati termici raccolti dalla Stazione Spaziale Internazionale per tenere d’occhio i Campi Flegrei? Detto, fatto. Usando un sensore della NASA chiamato ECOSTRESS, sono riusciti a tracciare l’andamento della temperatura in alcune zone della Solfatara tra il 2021 e il 2024.

Hanno confrontato due aree vicine e – sorpresa! – quando la temperatura cambiava in modo insolito, poco dopo arrivava un terremoto. In certi casi, come quello del 17 maggio 2024, l’aumento è stato di 5 gradi, tre giorni prima di una scossa bella forte. Coincidenza? Pare proprio di no.

Solfatara
Solfatara (Pixabay foto) – www.aerospacecue.it

Il calore come segnale d’allarme precoce

Ma la cosa più interessante è che queste variazioni di temperatura non sono isolate. Insieme al sollevamento del terreno e all’emissione di gas, dipingono un quadro sempre più chiaro: qualcosa sotto si sta muovendo. E capire questi segnali, un po’ per volta, potrebbe aiutarci a prevedere per tempo eventi più seri.

I ricercatori dicono che il legame tra le anomalie termiche e l’attività sismica sta diventando sempre più evidente. Insomma, il calore non mente. E se possiamo intercettarlo prima che succeda qualcosa, magari, possiamo anche guadagnare quel margine di tempo che – in certe situazioni – può fare tutta la differenza del mondo.