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Russia, passati 40 anni ma il mistero continua | Lo schianto di questo UFO ha creato un materiale strano: fonte di armi per il paese?

Illustrazione di un UFO che si schianta (Depositphotos foto)

Illustrazione di un UFO che si schianta (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Una sfera infuocata, una montagna dimenticata in Russia e un enigma misterioso che non smette di far parlare di sé. 

Ci sono storie che non vogliono morire. Quelle che resistono agli anni, alle spiegazioni logiche, ai tentativi di dimenticarle. Rimangono lì, sospese, come se aspettassero il momento giusto per riemergere. Storie che sembrano uscite da un romanzo di fantascienza, ma che invece… sono successe davvero. O almeno, così dicono.

Di solito tutto comincia in un posto sperduto, dove nessuno guarda mai. Una montagna, una foresta, magari un piccolo villaggio ai margini di una mappa. E poi qualcosa succede. Qualcosa di grosso, che scuote il silenzio e lascia tracce strane — o addirittura, inspiegabili. Le persone raccontano di luci, rumori, oggetti che non sembrano appartenere a questo mondo.

Ma alla fine, c’è sempre una sensazione comune: qualcosa non torna. Il problema è che queste vicende si muovono in una zona grigia. C’è chi crede e chi ride. C’è chi vuole indagare e chi fa finta di niente. I governi archiviano, i testimoni invecchiano, e nel frattempo le prove… boh, spariscono?

Eppure ogni tanto riemergono, magari grazie a un libro, un documento dimenticato o semplicemente la voglia di qualcuno di rimettere insieme i pezzi. Perché sì, a volte basta uno spiraglio per riaprire tutto. Un dettaglio, una fotografia, una testimonianza nuova. E subito il mistero si rimette in moto, come se non fosse mai stato fermo davvero.

Una caduta dal cielo e un materiale che non doveva esistere

Nel gennaio dell’86, succede qualcosa di molto strano sopra una montagna sperduta nell’Estremo Oriente russo: Height 611, vicino a Dalnegorsk. Alcuni testimoni vedono una sfera rosso fuoco attraversare il cielo, scendere piano — troppo piano per essere un meteorite — e poi schiantarsi senza fare quasi rumore. Nessun botto, solo un booom sordo, una fiammata, e poi… il nulla.

I sovietici arrivano subito e trovano resti strani. Anzi, stranissimi. Piccole gocce di metallo fuso, filamenti intrecciati tipo microreti, pezzetti di una sostanza che pare uscita da un laboratorio top-secret. Secondo i ricercatori, tra cui Valeri Dvuzhilni, quel materiale ha una struttura chiamata “vetro metallico”, roba che non si trova in natura. Serve una lama diamantata per tagliarlo. E nelle analisi, vengono fuori ben 17 elementi diversi, tutti mescolati in modo bizzarro.

Disegno dello schianto (Philip Mantle foto)
Disegno dello schianto (Philip Mantle foto) – www.aerospacecue.it

Armi e segreti

Le informazioni arrivano da The Sun, che ha pubblicato nuove rivelazioni contenute nel libro di Philip Mantle e Paul Stonehill. Un’indagine bella tosta, che tira fuori dettagli che — davvero — sembrano troppo assurdi per essere ignorati. C’è chi dice, anzi sussurra, che quei materiali siano finiti in qualche laboratorio militare russo. E che da allora, qualcuno stia cercando di capire se possono essere usati per creare nuove tecnologie. O armi. Ma è tutto top secret, ovviamente. Intanto, quell’estate, altri avvistamenti UFO spuntano nella zona, segnalati da militari e piloti. Coincidenze? Forse. Forse no.

E oggi, dopo quasi quarant’anni, Height 611 resta lì, immobile. Testimone silenzioso di qualcosa che è successo — davvero — ma che nessuno riesce ancora a spiegare fino in fondo. E il materiale raccolto? Be’, continua a far impazzire gli scienziati. Proprio come successe a Roswell. Ma questa volta, la storia è tutta russa.