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“Siamo fritti: questa è la fine che farà la Terra e noi con lei” | Segnatevi la data, più vicina di quanto si possa immaginare

Esplosione Terra

Il futuro della Terra è in pericolo? (Canva-Pixabay foto) - www.aerospacecue.it

Il futuro della Terra preoccupa gli specialisti. Il nostro Pianeta sarà soggetto ad una catastrofe che cambierà drasticamente le abitudini umane

La Terra, il nostro pianeta, è il terzo per distanza dal Sole all’interno del Sistema Solare. La sua caratteristica primaria, come ben sappiamo, è che si è l’unico presente all’interno del Sistema ad essere popolato da forme di vita.

Originatosi circa 4,54 miliardi di anni fa, presenta una forma geometrica assolutamente peculiare. Sebbene molti pensino impropriamente che si tratti di una sfera a tutti gli effetti, la Terra è in realtà un geoide, in quanto risulta essere leggermente schiacciata sui poli.

L’atmosfera terrestre è composta prevalentemente da azoto, che rappresenta il 78% circa della composizione totale, seguito dall’ossigeno, che ne costituisce il 21%, e altri gas quali anidride carbonica, argon e non solo.

Anche se noi non ce ne accorgiamo, la Terra compie un movimento rotatorio su sé stessa ogni 24 ore e completa l’orbita attorno alla sua stella madre, il Sole, nel corso di esattamente 365,25 giorni.

Un’ipotesi catastrofica

L’Università di Bristol ha condotto uno studio capace di dimostrare che tra circa 250 milioni di anni sulla Terra avrà origine un unico supercontinente, dal nome Pangea Ultima, una gigantesca massa terrestre la cui formazione avverrà, secondo le stime, a partire dalle aree limitrofe all’equatore, sino a trasformare la Terra in un luogo profondamente inospitale per le specie di mammiferi, compreso l’uomo. Si tratterebbe soltanto dell’apice del processo di formazione di supercontinenti, derivante dai continui movimenti della crosta terrestre e delle placche tettoniche. Tuttavia, l’elemento che ha destato maggiore preoccupazione è l’ipotesi di catastrofe ambientale che potrebbe seguire la Pangea Ultima.

Ma perché questo evento rischia di essere così distruttivo e di porre un serio ostacolo nell’esistenza dell’essere umano? Gli scienziati hanno individuato fenomeni determinanti, successivi alla catastrofe, che contribuirebbero a rendere la Terra un luogo inospitale, a partire dall’aumento dell’attività vulcanica globale, che comporterà una dispersione mai vista prima di anidride carbonica nell’atmosfera, sino a che la stessa genererà uno spaventoso innalzamento delle temperature. Anche il Sole diventerà più luminoso, circa del 2,5% in più rispetto a come lo conosciamo oggi e le temperature continueranno a salire in modo vertiginoso a causa dell’assenza di mari, noti regolatori climatici, all’interno delle profondità di queste enorme massa di Terra.

Pangea Ultima
Pangea Ultima (University of Bristol foto) – www.aerospacecue.it

Come reagirebbe la specie umana?

In conclusione, le temperature supererebbero i 50°C e se, come sappiamo, i mammiferi riescono a mantenere in equilibrio la propria temperatura corporea mediante la sudorazione, in presenza di un ambiente estremamente umido il sudore non riuscirà ad evaporare, provocando il surriscaldamento del corpo umano e conducendo il soggetto alla morte. Se le previsioni dovessero avverarsi, addirittura il 92% della superficie terrestre si renderà totalmente inospitale per i mammiferi, relegando la possibilità di sopravvivenza esclusivamente ai poli e alle regioni site sulla costa.

La parte di umanità che riuscirà a scampare ai tremendi effetti prodotti dai gas tossici dovrà comunque fare i conti con adattamenti evolutivi drastici e radicali, in assenza dei quali la sopravvivenza non sarà in alcun modo possibile. L’essere umano muterà, arrivando a presentare un corpo caratterizzato da forme differenti rispetto ad ora, ghiandole sudoripare più evolute e un maggior spessore cutaneo. Anche i comportamenti subiranno delle variazioni inevitabili, costringendo l’uomo ad emigrare in città sotterranee e a condurre una vita esclusivamente durante le fasi notturne. Gli scienziati, tuttavia, ipotizzano che già molto prima rispetto all’origine di questa colossale Pangea, l’uomo sarà riuscito a rendere concreta la possibilità di stabilirsi su altri pianeti.