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NASA, è finita un’era | Non riesce a trovare la tecnologia giusta mentre la Cina la sovrasta

Lotta tra USA e Cina per la Luna (Depositphotos foto)

Lotta tra USA e Cina per la Luna (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

La NASA rallenta, mentre la Cina affina la sua tecnologia nucleare lunare e accelera la conquista dello spazio.

Per anni, anzi per decenni, quando si parlava di spazio, si pensava subito alla NASA. Il logo con la “meatball”, le tute bianche, gli shuttle… tutto. Era il simbolo dell’esplorazione, dei sogni fuori orbita, delle missioni impossibili. Ma, ecco, il tempo passa, e qualcosa si è incrinato. Non si tratta di fallimenti clamorosi, ma piuttosto di un’evoluzione lenta, quasi invisibile, dove il centro del potere tecnologico si sta spostando piano piano. O meglio… qualcun altro si sta muovendo più in fretta.

Negli ultimi anni, la scena si è fatta decisamente più affollata. Cina, India, Emirati… tutti con la testa fra le stelle. E mentre Washington discute budget e tagli, Pechino fa lanci, sperimenta e soprattutto investe. Ecco, forse è proprio questa la differenza: la velocità di esecuzione. Non è solo questione di lanciare una sonda: ora si punta a restare nello spazio, a costruire basi, a produrre energia senza dipendere da continui rifornimenti dalla Terra.

E qui si entra nel campo dell’energia. Per vivere sulla Luna (o almeno starci un bel po’) serve un modo efficiente per alimentare tutto: habitat, strumenti, robot… qualsiasi cosa. E non bastano pannelli solari o batterie: serve qualcosa di stabile, potente, che regga anche quando il Sole non c’è.

Il reattore nucleare diventa così il pezzo chiave del puzzle. Ma anche il più difficile da progettare. Insomma, mentre un tempo la sfida era “chi arriva prima”, adesso è diventata “chi ci resta meglio”. E dietro a ogni bullone, cavo o combustibile ci sono scelte che cambiano il gioco. Letteralmente.

Oltre la corsa, c’è chi sta riscrivendo le regole

Come riportato da SCMP, un team di ingegneri nucleari cinesi, capitanati da Zhao Shouzhi, ha messo le mani su un dettaglio non da poco: il progetto della NASA per il suo reattore lunare… ha dei problemi. Secondo loro, basta qualche aggiustamento tecnico — roba non troppo complicata, a quanto dicono — per tagliare il consumo di combustibile del 75%. Cioè, tre quarti in meno. E non solo: più energia, vita utile più lunga e meno rischi. Sembra quasi troppo bello, no?

Il loro design sfrutta barre di combustibile a forma di anello (eh sì, suona strano ma funziona) e un materiale speciale chiamato idruro di ittrio che risolve alcuni grattacapi che altri sistemi avevano. In sostanza, riescono a produrre energia per oltre dieci anni con meno di 19 kg di uranio-235. La NASA? Per ottenere lo stesso effetto, gliene servono 70 kg. Quattro volte tanto. E la cosa buffa è che, almeno in parte, gli stessi cinesi ammettono di essersi ispirati al reattore FSP americano per sviluppare il loro.

La Luna (Depositphotos foto)
La Luna (Depositphotos foto) – www.aerospacecue.it

La nuova Luna parla cinese, e la NASA fatica a rispondere

Il reattore sviluppato dal team di Zhao, già integrato nel programma per la base lunare cinese, può generare fino a 40 kilowatt di potenza elettrica. E lo fa in modo più stabile, più sicuro e — soprattutto — più intelligente. Dove il progetto americano mostra i suoi limiti (durata massima di otto anni, controllo della reattività limitato a un solo percorso), quello cinese introduce sistemi doppi di sicurezza e un raffreddamento a doppio canale che tiene tutto sotto i 600 °C.

Nel frattempo, la NASA fatica. Non solo tecnicamente, ma anche a livello organizzativo. Con il recente smantellamento dell’Office of the Chief Scientist e i tagli imposti dal programma DOGE (Department of Government Efficiency), alcuni progetti chiave dell’Artemis — tipo il rover VIPER — sono stati congelati o cancellati del tutto. E mentre l’America cerca di rimettere insieme i pezzi, la Cina… beh, la Cina è già lì che prepara la prossima mossa.