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Che scoperta sensazionale | 4 nuovi Pianeti uguali al nostro: sarà qui che andremo a vivere a breve?

Terra

Una sorprendente scoperta (Canva/Freepik foto) - www.aerospacecue.it

Recenti osservazioni hanno condotto a scoperte mai nemmeno ipotizzabili sino ad ora. Possibile svolta nella vita extraterrestre?

Tra le tematiche di maggior interesse e curiosità sia per i semplici appassionati, sia per gli addetti ai lavori facenti parte della comunità scientifica, c’è sicuramente l’ipotesi di vita in altre regioni dell’Universo.

Per questo, la scoperta di nuovi pianeti rappresenta sempre un potenziale punto di svolta proprio in merito a tale discorso, specie quando i rilevamenti del caso portano ad individuare caratteristiche analoghe a quelle della Terra.

Le missioni che stanno avendo luogo nel corso delle ultime stagioni sembrano sempre più improntate a scoprire l’effettività di questa teoria, a partire dall’individuazione di prove concrete e reperti che avvalorino la tesi di una vita passata.

Infatti, in differenti aree del cosmo è stata ormai appurata l’assenza di forme di vita, ma numerosi indizi spianano la strada verso la possibilità che nel passato, milioni di anni fa, gli stessi corpi potessero ospitarle.

Una scoperta davvero interessante

Lo strumento Maroon-X, montato sul telescopio Gemini North, è stato in grado di fornire testimonianze determinanti a favore dell’ipotesi dell’esistenza di quelle che sono state definite mini-Terre: ma di cosa si tratta? Gli esperti utilizzano tale espressione per indicare dei pianeti rocciosi, ma che presentano una massa inferiore rispetto a quella della nostra Terra, orbitando attorno ad una stella, la stella di Barnard, che dista soli 6 anni luce dal Sole. Barnard è una nana rosa che era già stata precedentemente individuata all’interno della costellazione dell’Ofiuco e, subito dopo quelle appartenenti al sistema di Alpha Centauri, rappresenta la più vicina al pianeta Terra.

Nonostante la sua esistenza fosse già nota agli esperti, soltanto pochi mesi fa, precisamente lo scorso ottobre, è stato possibile accertare la presenza di un pianeta che orbitava attorno alla stella. Gli ulteriori rilevamenti hanno anche permesso di comprendere come le mini-Terre abbiano seguito un processo di moltiplicazione inaspettata, arrivando ad essere addirittura quattro. Come già accennato, si tratta di esopianeti caratterizzati da dimensioni inferiori rispetto alla Terra, nonché ad una massa pari al 20/30% in meno se comparata a quella del nostro pianeta.

Stella di Bernard
Stella di Bernard e Pianeta (ESO foto) – www.aerospacecue.it

Come si è arrivati a scoprirlo?

La stella di Barnard rappresenta un elemento di assoluta importanza, capace di interessare in modo specifico gli astronomi poiché molto simile al nostro Sole. Parliamo, infatti, di una stella singola, non appartenente ad un sistema doppio o triplo, esattamente come la stella madre del nostro Sistema Solare, oltre che essere particolarmente vicina allo stesso. Il dottorando presso l’Università di Chicago e primo autore dello studio Ritvik Basant ha affermato come la scoperta sia in grado di rappresentare una determinante svolta nelle esplorazioni di aree del cosmo simili alla Terra. Un ruolo cruciale è stato svolto indubbiamente dagli strumenti utilizzati per i rilevamenti, nettamente più precisi e sofisticati rispetto ai loro predecessori.

Tra questi spunta lo spettrografo, in grado di riconoscere gli effetti gravitazionali sul moto esercitato dalla stella nei confronti dei pianeti, evidenziati nel corso delle 112 notti di sorveglianza che gli scienziati si sono impegnati a portar avanti. Questo approccio è stato determinante per evitare che gli iniziali ipotetici rilevamenti potessero, alla lunga, rivelarsi non veritieri. L’ostacolo principale risiede nell’angolazione dei mini-pianeti, che non transitano mai davanti alla loro stella, rendendo difficile determinarne la composizione. Gli astronomi sono stati comunque in grado di evidenziare una compatibilità con presenza di acqua allo stato liquido sulla superficie dei pianeti.