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Gli USA restano a guardare mentre la Cina avanza inesorabilmente | La sua stazione solare produrrà una quantità enorme di energia direttamente dalla Spazio

Stati Uniti e Cina

Prosegue il contrasto tra Stati Uniti e Cina (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

La Cina si riconferma tra le potenze più attive nell’ambito aerospaziale. Il prossimo tassello è l’implementazione di una stazione spaziale solare

La fonte rinnovabile per eccellenza è rappresentata proprio dall’energia solare. Questa sfrutta il calore e la luce emessi dai raggi solari, ergendosi inevitabilmente a fonte inesauribile e a impatto zero nei confronti dell’ambiente.

Il ruolo cruciale del Sole sulla vita di tutti gli esseri è appurato sin dalla comparsa delle prime specie, che in assenza della stella madre del Sistema Solare mai avrebbero potuto svilupparsi nel corso dei milioni di anni.

L’energia prodotta dai raggi solari rappresenta la più prolifica tra le alternative green ai combustibili fossili nell’ambito della decarbonizzazione, progetto che inquadra proprio la necessità di eliminare progressivamente l’impiego degli stessi.

La produzione su larga scala di questa fonte energetica rinnovabile è garantita dall’installazione dei pannelli solari, in alcuni casi veri e propri parchi estesi per decine di chilometri, o di pannelli fotovoltaici.

Le intenzioni della Cina sul piano spaziale

Ma la Cina ha intenzione di compiere un determinante passo, che garantirà la produzione di energia solare mediante una stazione impiantata direttamente nello spazio, in modo da raccogliere e trasmettere energia da e verso la Terra. Stiamo parlando di un progetto caratterizzato da 1 chilometro di estensione in larghezza, che sarà situato a circa 36.000 km dal nostro pianeta, rispetto al quale la trasmissione di energia sarà possibile sfruttando microonde. Come riusciranno a spedirla in orbita? Questo processo avverrà gradualmente, un pezzo alla volta, lanciati attraverso razzi super-pesanti di recente implementazione da parte dell’Agenzia Spaziale Cinese.

Ad esporre questo ambizioso obiettivo all’intera comunità mondiale è stato il capo progettista Long Lehao, che ha paragonato l’opera alla centrale idroelettrica più grande del mondo, la Diga delle Tre Gole, sita tra l’altro proprio in Cina, affermando che la stazione spaziale rappresenterà il corrispettivo della Diga stessa in orbita, capace di produrre un quantitativo energetico pareggiabile soltanto dall’interezza di petrolio che potrebbe essere estratto dalle riserve terrestri.

Centrale solare
Centrale solare spaziale (ESA foto) – www.aerospacecue.it

Criticità e benefici

Tra i principali ostacoli che, tuttavia, gli ingegneri e scienziati hanno trovato sulla propria strada ci sono gli elevati costi e l’apparente sfida di trasporto delle varie componenti della tecnologia in orbita, poi risolta grazie allo sviluppo di quello che prenderà il nome di Long March-9, razzo in grado di trasportare carichi fino a 150 tonnellate, riutilizzabile anche in vista dell’operazione che, entro il 2035, prevederà la costruzione sulla Luna di una base di ricerca fissa con presenza umana. C’è da considerare, comunque, quelli che sono i benefici di percorrere una simile scelta, in alternativa ai parchi solari installati sulla Terra.

Gli stessi, evidenziano gli esperti, possono incappare in situazioni limitanti, ad esempio nei casi di periodi scarsamente soleggiati ed in prevalenza nuvolosi, oltre che per l’assorbimento che l’atmosfera compie verso l’energia solare. Circostanze che non potrebbero verificarsi nell’orbita spaziale, dove, anzi, i pannelli potrebbero ricevere sino a dieci volte in più rispetto al quantitativo medio terrestre. La Cina potrebbe essere la prima a concretizzare un simile progetto, ma non si tratta dell’unica ad averlo posto nel mirino. Anche la nipponica JAXA e l’europea ESA si stanno muovendo nella medesima direzione.