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Alieni, finalmente li hanno trovati realmente | Volevano tenerli nascosti, ma i cacciatori li hanno scovati: sono proprio qui

Alieno

Illustrazione di un alieno (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

L’ennesimo elemento a testimonianza della vita extraterrestre giunge nelle mani degli studiosi. Che cosa rappresenta?

L’essere umano è costantemente alla ricerca di prove, testimonianze o anche semplici indizi che aiutino ad indirizzare verso l’effettiva scoperta di forme di vita extraterrestri sparse nell’Universo.

D’altronde lo sappiamo bene, si tratta di uno di quei quesiti irrisolti, capace di stimolare le teorie e la fantasia dell’uomo in modo spesso paradossale se comparato alla realtà.

E non solo i più appassionati che osservano dall’esterno, ma anche coloro che sono direttamente coinvolti nei lavori di studio ed approfondimento delle informazioni di cui si dispone.

Per questo ogni minimo elemento di nuova scoperta può rappresentare il passo decisivo verso la scoperta di vita nelle aree del Cosmo distanti dal nostro pianeta.

Testimonianze di vita aliena?

E’ recentemente emerso un nuovo indizio, rappresentato da un insieme di gas rilevabili anche nell’atmosfera degli esopianeti extra solari, che potrebbe potenzialmente condurre ad una scoperta senza precedenti. Gli studiosi dell’Università della California, a Riverside, sottolineano come la presenza dei gas vengono presi in considerazione nel corso della ricerca di forme di vita extraterrestri, suggerendo come sia fondamentale procedere con il rilevamento degli stessi mediante l’impiego del Telescopio Spaziale James Webb, che sarebbe in grado di individuare proprio gli alogenuri metallici, gruppo di gas che deriva da batteri, funghi e alghe marine, quando lo si incontra sulla Terra.

Ma l’obiettivo dell’eventuale ricerca sarebbe quella di ricercare la presenza di alogenuri metallici anche nello spazio, nell’atmosfera limitrofa agli esopianeti più somiglianti alla nostra Terra, vale a dire quelli che compiono la propria orbita attorno a stelle nane rosse. Si ipotizza che questi pianeti possiedano oceani profondi e particolarmente estesi, oltre ad un’atmosfera particolarmente ricca di idrogeno, che impedirebbe l’abitabilità per l’essere umano, favorendo, tuttavia, la proliferazione di microbi alieni. Secondo quanto affermato dall’astrobiologo della UCR Eddie Schwietermann i pianeti rappresenterebbero l’ambiente adatto per effettuare rilevamenti di firme biologiche, grazie al loro segnale estremamente più chiaro.

Hycean
Ipotetico Pianeta Hycean (UCR foto) – www.aerospacecue.it

Gli approfondimenti previsti in futuro

La scienziata planetaria Michaela Leung della UCRA definisce, tuttavia, che al momento il rilevamento dell’ossigeno su un esopianeta, seppur simile alla Terra, appaia ancora come una sfida ardua, per non dire impossibile, anche se gli alogenuri metallici rappresentano egualmente “un’opportunità unica” per permettere di aggiungere significativi tasselli verso la direzione auspicata dagli scienziati. L’impiego del JWST, inoltre, permetterebbe il rinvenimento degli alogenuri metallici potenzialmente in nemmeno 13 ore, aiutandoci a comprendere quanto l’obiettivo fissato non sia assolutamente impossibile da raggiungerlo. L’ipotesi avanzata dagli studiosi è che su questi specifici pianeti, noti come Hycean, i gas potrebbero accumularsi nell’atmosfera, consentendo rilevamenti con le tecnologie attualmente a disposizione degli studiosi anche ad anni luce di distanza.

Le teorie formulate suggeriscono la possibilità di trovare microbi anaerobici, capaci di adattarsi anche ad un tipo di ambiente totalmente diverso, ma c’è di più. Perché viene evidenziato anche come la presenza di gas sia direttamente correlata al metabolismo degli stessi. Se correntemente affidarsi al JWST appare come la possibilità più conveniente, si stima che entro il 2040, grazie al lancio della missione europea LIFE, sarà possibile individuare la presenza di gas in meno di un giorno. Se i rilevamenti dovessero portare a risultati considerevoli, gettando luce sulla presenza di alogenuri metallici su differenti esopianeti, vorrà dire che la vita microbica potrebbe davvero rappresentare una costante comune in varie aree dell’Universo.