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Marte non finisce mai di stupire tutti | Scienziati concordi: “C’è talmente tanta acqua da fare invidia alla Terra”

Marte

Pianeta Marte e Acqua (Canva/Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Una nuova sorprendente scoperta inquadra il Pianeta Rosso. Nessuno si sarebbe aspettato di trovarne così tanta!

Il quarto pianeta del nostro Sistema Solare ha da sempre suscitato un particolare fascino e curiosità da parte degli studiosi, i quali si sono concentrati attraverso numerosi studi e missioni al fine di comprenderne le caratteristiche.

La peculiarità che è subito saltata all’occhio degli astronomi, fin dalle prime osservazioni nel corso dei secoli passati, è il suo caratteristico colore rosso, attribuibile alla fitta presenza di ossidi di ferro.

E’ per questo che il corpo è ben noto con il soprannome di “Pianeta Rosso“. A livello di diametro si classifica come uno dei più piccoli presenti nel Sistema, misurando 6.840 km circa, più o meno un decimo se paragonato alla Terra.

L’orbita marziana intorno alla stella madre viene percorsa in un periodo di tempo corrispondente a 687 giorni terrestri, mentre la rotazione attorno al proprio asse ha durata pari a 24 ore e 37 minuti.

Una potenziale svolta

L’impiego della sonda Mars Express dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) ha permesso di venire a conoscenza della presenza di una cospicua quantità di acqua ghiacciata anche nelle aree a ridosso dell’equatore marziano. Lo studio, condotto dalla Smithsonian Institution, ha messo in evidenza come questo deposito di ghiaccio si troverebbe ricoperto da metri e metri di polvere, nascosto sotto la superficie. Mai prima d’ora una simile quantità di acqua era stata rinvenuta nel territorio marziano. L’area interessata da questo approfondimento è nota come Medusae Fossae, che già a seguito di rilevamenti nel passato era stata capace di indicare l’ipotetica possibilità di un deposito di ghiaccio sito proprio sotto il livello della superficie.

Thomas Watters, che ha guidato il suddetto studio, ha affermato sulle colonne dell’ANSA che i più recenti approfondimenti nella zona hanno portato all’attenzione degli studiosi dati provenienti dal radar Marsis, che ha condotto la comunità aerospaziale a comprendere quanto la misura del deposito di ghiaccio sia capace di raggiungere uno spessore di oltre 3,7 chilometri. I segnali radar riscontrati sono parsi corrispondenti a quelli auspicati di trovare  nel ghiaccio stratificato, oltre che essere risultati similari rispetto a quelli già emersi durante i rilevamenti presso le calotte polari marziane.

Mars Express
Sonda Mars Express (ESA foto) – www.aerospacecue.it

Gli strumenti impiegati

Un rilevamento storico, dunque, il cui merito viene attribuito anche all’attività in campo aerospaziale dell’Italia. Lo strumento radar Marsis – che ha permesso l’individuazione dell’acqua nel sottosuolo – è infatti stato concepito dalla joint venture Thales Alenia Space, che vede la collaborazione tra la transalpina Thales e la nostrana Leonardo, oltre ai sensori che hanno condotto Mars Express verso il Pianeta Rosso, anch’essi fabbricati da Leonardo, direttamente presso il proprio stabilimento.

Sul tema si è espresso il presidente della International Research School of Planetary Science presso l’Università di Chieti-Pescara, Enrico Flamini, che ha ribadito la propria soddisfazione per i risultati raggiunti da Mars Express, in grado di ripagare le aspettative che la comunità aveva riposto nello stesso, anche sotto il punto di vista dell’ingente investimento economico. Il risultato ottenuto è stato in grado di far emergere risultati determinanti per la totalità delle ricerche che differenti istituti in tutto il mondo condurranno in merito al Pianeta Rosso. Una prova solida, dunque, che potrà favorire una determinante svolta.