Viaggi Spaziali, il Pianeta rosso è sempre più vicino | Grazie a questo nuovo velivolo lo raggiungeremo in soli 120 giorni

La nuova frontiera nei viaggi verso Marte (Canva/Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Nelle prossime stagioni si assisterà all’introduzione di un mezzo potenzialmente in grado di raggiungere gli altri Pianeti in tempi brevissimi
Quando nel corso degli anni ’60 l’uomo riuscì a raggiungere prima lo spazio, poi la Luna in rapidissima successione, l’intera comunità scientifica già pregustava il traguardo rappresentato dallo sbarco su Marte.
Ma a distanza di più di cinquant’anni dalla missione Apollo 11 questo obiettivo non è ancora stato perseguito, nonostante rappresenti una delle tematiche maggiormente dibattute tra gli esperti e gli studiosi.
Il motivo risiede nelle enormi sfide che l’uomo sarebbe chiamato a dover superare per porre finalmente la sua impronta sul Pianeta Rosso, a partire dalle tempistiche. Se l’equipaggio dell’Apollo impiegò soli quattro giorni, per Marte potrebbero non essere sufficienti otto mesi.
Ma la direzione è chiara, le nuove tecnologie allo studio consentiranno di abbattere ogni qualsivoglia tipo di barriera o ostacolo. La comunità scientifica auspica che entro il 2040 l’essere umano riuscirà a raggiungere anche la superficie marziana.
Rivoluzione nei viaggi interplanetari
Gli scienziati stanno lavorando per sviluppare tecnologie che possano consentire una maggior praticità e rapidità nei viaggi spaziali. Una delle innovazioni potenzialmente più determinanti, in questo senso, è lo strumento messo a punto dalla startup britannica Pulsar Fusion, recentemente presentato con il nome di “Sunbird“. Si tratta di un potente propulsore che si fonda sulla fusione nucleare, in grado di spingere una navicella spaziale avente massa pari a 1.000 kg permettendole di raggiungere Plutone in soli quattro anni, Marte in appena quattro mesi e Saturno in due anni.
Il lancio, tuttavia, non avverrebbe da piattaforme site direttamente sulla Terra, bensì attraverso la localizzazione di razzi Sunbird nell’orbita terrestre bassa, in modo tale che gli stessi possano agganciarsi alle navicelle spaziali, spingendole nel pieno spazio. Come anticipato, questo sistema si fonda su un motore a fusione nucleare compatto noto come “Duel Direct Fusion Drive“, che garantisce la spinta e l’energia elettrica adeguata a compiere viaggi interplanetari in tempi significativamente contratti. La tecnologia è stata implementata a partire dal 2023 e l’anno corrente si rivelerà fondamentale per la messa in pratica dei test statici, oltre che da una dimostrazione pratica nell’orbita spaziale programmata per il 2027. Ad affermarlo è un articolo pubblicato su The Next Web.

L’impegno e le ambizioni future
Da oltre una decade Pulsar Fusion concentra le proprie risorse proprio sulla ricerca sulla fusione. Il suo fondatore e CEO Richard Dinan ha sottolineato come l’affidabilità e la reputazione dell’azienda siano direttamente connesse alla sua capacità di produrre concreti passi avanti nel campo tecnologica. Recentemente, infatti, Pulsar ha addirittura commissionato una delle camere di test per propulsione spaziale le cui dimensioni la conducono di diritto nella lista delle più grandi d’Europa e nonostante ciò l’ambizione non tende ad arrestarsi.
Il principale ed ambizioso obiettivo posto dalla Pulsar mira alla costruzione e al test di un reattore a fusione nello spazio nel giro di appena un triennio, puntando soprattutto sui progressi dell’intelligenza artificiale, che potrebbero condurre all’effettiva realizzazione nei tempi predisposti. Nel 2022, inoltre, Pulsar ha compiuto un passo avanti ancor più determinante, attraverso l’ottenimento di finanziamenti direttamente dalla UK Space Agency, l’Agenzia Spaziale britannica, da impiegare nello sviluppo, congiuntamente al Nuclear Advanced Manufacturing Research Centre e all’Università di Cambridge, di un sistema di propulsione basato proprio sulla fissione nucleare.