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Buchi neri, per la prima volta scienziati dinanzi ad uno spettacolo immenso | “Avvincente quanto drammatico”

Buco nero supermassiccio

Buco nero supermassiccio (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Quanto rilevato da un gruppo di astronomi ha davvero dell’incredibile. Non era mai stato osservato un simile oggetto prima d’ora

I buchi neri possiedono un’attrazione gravitazionale talmente elevata da consentirgli di inghiottire qualsiasi oggetto o corpo si situi nelle loro vicinanze, comprese la materia, le stelle e addirittura la luce.

In base alle loro dimensioni gli scienziati che si sono occupati delle loro osservazioni sono giunti a classificarli in tre differenti gruppi. Tra questi figurano i buchi neri giganti, altresì noti come supermassicci, come il celebre Sagittarius A*, che si situano al centro delle galassie.

Abbiamo poi i buchi neri intermedi, presentanti masse comprese tra le 30 e le 60 volte quelle della nostra stella madre, il Sole, in merito ai quali, tuttavia, gli astronomi non hanno informazioni a sufficienza per definirne l’origine.

Ed infine i buchi neri stellari, che presentano una massa circa 10 volte superiore rispetto a quella del Sole e sembrerebbero avere origine dalla morte di una stella di grandi dimensioni, che esplodendo genera una supernova.

L’incredibile scoperta

Il lavoro di un team di astronomi guidato dalla congiunta collaborazione di ricercatori provenienti dall’Università di Birmingham, dalla University College di Londra e dalla Queen’s University di Belfast ha condotto al rivelamento della straordinaria “accensione” del buco nero J221951-484240. Più semplicemente noto come J221951, questo oggetto è stato classificato come transitorio, ossia in grado di cambiare la propria luminosità in un breve periodo di tempo, e figura come uno dei maggiormente luminosi mai osservati dagli esperti. La sua scoperta risale al 2019, quando la dottoressa Samantha Oates della Lancaster University la notò nel corso di uno studio condotto in merito alle onde gravitazionali.

Il rilevamento di J221951 è stato anche in questa circostanza un caso fortuito, considerando che il team di ricerca stava utilizzando lo strumento Ultra-Violet and Optical Telescope, a bordo del Neil Gehrels Swift Observatory, alla ricerca di una kilonova – stella di neutroni fusa con un buco nero o con una sua simile -. Sappiamo che questa tipologia di stelle appare di colore blu, fino ad intraprendere uno schiarimento che la porta ad assumere un colore rosso, una manifestazione che in questo caso specifico di osservazione non è stata riscontrata. Nonostante inizialmente apparisse blu, infatti, lo svanimento e il cambio di colore non sarebbero mai stati osservati dagli astronomi, al contrario di quanto atteso entrando in contatto con una kilonova.

J221951
Brillamento di J221951 (NASA foto) – www.aerospacecue.it

Un’ulteriore curiosa possibilità

Lo spettro luminoso di J221951 ha permesso di rilevare la sorgente ad una distanza pari a circa 10 miliardi di anni luce, mettendo in risalto un ulteriore elemento decisamente curioso: proprio la sua brillantezza estrema, malgrado l’enorme distanza, fanno di J221951 uno dei transitori maggiormente luminosi mai osservati dagli esperti. I risultati finali dello studio hanno permesso di definire l’ogetto come buco nero supermassiccio, che è riuscito a raggiungere dimensioni impressionanti risucchiando con una rapidità disarmante il materiale circostante.

Inoltre, la posizione di J221951 sembrerebbe coincidere perfettamente con il nucleo centrale di una galassia rossa, che era stata rilevata nei pressi del buco nero prima che lo stesso venisse effettivamente classificato come tale. La possibilità, dunque, è che J221951 rappresenti l’oggetto al centro di questa galassia.