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Pianeti, questo è una seria minaccia per le esplorazioni | Più scuro di un pezzo di carbone: chi lo becca davanti è finito

Esopianeta (Pixabay foto)

Esopianeta (Pixabay foto) - www.aerospacecue.it

Un pianeta così scuro da essere quasi invisibile potrebbe rappresentare un rischio per le missioni spaziali.

L’esplorazione spaziale ci ha regalato scoperte incredibili, portandoci a conoscere mondi lontani e rivelando dettagli sempre più assurdi sugli esopianeti. Grazie a telescopi sempre più avanzati, oggi possiamo scrutare l’universo con un livello di precisione mai visto prima. Ma c’è un problema: lo spazio è un posto tutt’altro che ospitale e nasconde insidie che potrebbero rappresentare un bel grattacapo per le future missioni.

Quando si parla di pianeti fuori dal Sistema Solare, la varietà è pazzesca. Alcuni sono veri e propri forni cosmici, altri hanno atmosfere tossiche, altri ancora sfidano ogni logica conosciuta. E non è solo questione di scienza e curiosità, capire come funzionano questi mondi è fondamentale per comprendere l’universo e, chissà, magari trovare un posto che potrebbe ospitare la vita.

Oggi gli astronomi hanno diversi metodi per individuare gli esopianeti: possono osservarne il transito davanti alla loro stella o studiare le minuscole variazioni di luce che causano. Ma… cosa succederebbe se un pianeta fosse praticamente invisibile? Se non riflettesse luce, sarebbe un problema non da poco. Anzi, sarebbe un disastro per le missioni spaziali, perché un oggetto del genere potrebbe sfuggire a ogni rilevamento, diventando una sorta di minaccia fantasma.

Immagina un pianeta così scuro da confondersi completamente con il buio cosmico. Niente bagliori, niente riflessi, nulla che permetta di individuarlo prima che sia troppo tardi. Se qualcosa del genere esistesse davvero – anzi, se ce ne fossero più di uno – il rischio di collisioni nello spazio aumenterebbe esponenzialmente. E il bello è che… ne abbiamo già trovato uno.

Un pericolo nascosto nell’oscurità

Un oggetto così praticamente invisibile non è solo una curiosità scientifica, ma un potenziale problema per le missioni spaziali. Se un pianeta del genere fosse sulla rotta di una sonda o, peggio, di un’astronave con equipaggio, individuarlo in tempo potrebbe essere impossibile. La sua capacità di assorbire quasi tutta la luce lo rende un vero e proprio fantasma spaziale, un pericolo che potrebbe nascondersi ovunque.

Gli esperti si interrogano su quanti altri mondi come questo potrebbero esserci là fuori. Se ce ne fossero molti, l’intera esplorazione spaziale potrebbe dover affrontare una minaccia che fino a poco tempo fa sembrava solo fantascienza.

TrES-2b (NASA Science foto)
TrES-2b (NASA Science foto) – www.aerospacecue.it

Un pianeta nero come l’oscurità assoluta

Nel 2011, il telescopio Kepler della NASA ha individuato qualcosa di mai visto prima: un esopianeta chiamato TrES-2b, che è ufficialmente il più scuro mai osservato. Parliamo di un mondo che riflette meno dell’1% della luce che lo colpisce. In pratica, è più nero di un pezzo di carbone, un buco nero visibile solo perché ogni tanto emette una debole luce rossastra.

Gli scienziati dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, tra cui David Kipping, hanno descritto TrES-2b in modo piuttosto diretto: è più scuro di qualsiasi vernice acrilica ultra-nera che si possa trovare sulla Terra. E la cosa più strana? Non ha nemmeno nuvole che possano aiutarlo a riflettere la luce, perché è troppo caldo per averne.