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Pianeti, gli astronomi hanno scoperto qualcosa di emozionante | Un nuovo Pianeta ha visto la luce: importante per comprendere come nascono

Pianeti dell'Universo

Una sorprendente scoperta tra i pianeti dell'Universo (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

L’osservazione di un giovanissimo pianeta potrà permettere di comprendere a fondo come si sviluppa il processo di formazione ed evoluzione di questi corpi

Uno studio pubblicato alcuni anni fa su Nature Communications ha provato a dare risposta ad una delle domande in assoluto più affascinanti dal punto di vista di astronomi esperti, ma anche dei puri e semplici appassionati.

Quanti sono i pianeti esistenti nell’intero Universo? Ma prima di definire un’affermazione è importante fare delle precisazioni. L’ipotesi è che il numero possa sorpassare abbondantemente i 10.000, ma in merito ad alcuni casi specifici mancano ancora delle concrete definizioni.

Al 2021, anno di riferimento dello studio, erano 4.550 i pianeti extrasolari ufficialmente confermati, più almeno altri 8.000 sui quali c’era bisogno di conferme ulteriori. Gli extrasolari, come si può dedurre dal nome, sono corpi che non orbitano all’interno del nostro Sistema.

Ma nell’intero Universo sarebbero molti i pianeti a presentare caratteristiche analoghe alla Terra, fornendo una preziosa fonte per gli studiosi da analizzare, per cercare di comprendere l’eventuale presenza di vita, le peculiarità che rendono un ambiente abitabile e l’origine dei corpi stessi.

La scoperta degli astronomi

Un gruppo di scienziati provenienti dall’Università delle Hawaii, congiuntamente a studenti presso la facoltà di Mānoa, sono venuti a conoscenza dell’esistenza di un neonato pianeta. La straordinaria scoperta è stata poi pubblicata sul Monthly Notice of the Royal Astronomical Society e racconta di come il corpo, battezzato con la denominazione 2M0437b, rappresenti uno dei più giovani esopianeti conosciuti alla comunità astronomica internazionale. L’orbita del pianeta segue una nana rossa, attorno la quale 2M0437b si muove, appartenente al gruppo stellare noto come “Nube del Toro“.

Per l’osservazione del neonato pianeta, che potrà potenzialmente rivelarsi fondamentale per comprenderne di più riguardo la nascita e lo sviluppo dei pianeti con il passare del tempo, il gruppo di ricercatori si è servito dei telescopi siti presso Mauna Kea, osservatorio localizzato sulla cima dell’omonimo vulcano hawaiiano. In realtà, il pianeta era già stato individuato per la prima volta ben 7 anni fa, nel 2018, ma dopo soli 3 ulteriori annate è stato possibile stabilirne l’effettiva natura. I primi dubbi sorti concentrandosi sull’osservazione della distanza dell’esopianeta dalla sua stella, pari a circa cento volte rispetto a quella che intercorre tra il Sole e la Terra.

2m0437b
La prima immagine catturata di 2M0437b (Subaru Telescope) – www.aerospacecue.it

Un pianeta dalle caratteristiche uniche

Ma gli ulteriori approfondimenti in merito hanno evidenziato come l’orbita del pianeta, seppur apparisse particolarmente lenta, fosse sostanzialmente coordinata rispetto alla sua stella. L’età stimata della stessa, nota come 2M0437, è pari a 2 milioni e mezzo e presenta una distanza di 420 anni luce dalla nostra Terra. La sua massa è compresa fra il 15% e il 18% se comparata a quella del Sole, mentre il pianeta che le oscilla attorno presenta una massa indubbiamente peculiare, considerando la “recente” formazione dello stesso, compresa tra 3 e 5 volte rispetto a quella di Giove.

L’autore dell’articolo, il professor Gaidos, ha espresso come l’approfondimento della luce proveniente dal pianeta ha permesso di ottenere informazioni più dettagliate riguardanti la composizione dell’esopianeta stesso, oltre che indicare il processo di formazione del disco di gas e polveri circondante la sua stella. La giovane formazione di 2M0437 è particolarmente evidente anche grazie alla temperatura ancora estremamente calda che lo stesso presenta. I ricercatori sostengono che attorno al pianeta sia in corso la formazione di una, ma forse anche diverse lune. L’osservazione proseguirà nel corso degli anni a venire, al fine di apprendere sempre di più sul processo di nascita ed evoluzione planetaria.