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Osservazioni rivelano che il 40% delle nubi di formazione stellare non ha struttura filamentosa

È stato rivelata e spiegata la natura della formazione stellare delle nubi. Ecco a cosa hanno portato le osservazioni degli scienziati.

Gli scienziati hanno scoperto che le stelle nell’universo primordiale potrebbero essersi formate da nubi molecolari “soffici”. Utilizzando il telescopio ALMA per osservare la Piccola Nube di Magellano (SMC), una galassia nana vicina alla Via Lattea, i ricercatori hanno rilevato che circa il 60% delle nubi molecolari osservate presentava una struttura filamentosa, mentre il restante 40% aveva una forma più “soffice”.

Questi risultati potrebbero offrire nuove prospettive sulla formazione stellare nell’universo. Le stelle nascono all’interno delle cosiddette “nursery stellari”, ovvero regioni dello spazio ricche di gas e polveri che si addensano fino a formare nuove stelle.

Nella Via Lattea, le nubi molecolari che danno origine alle stelle hanno una struttura filamentosa, con una larghezza di circa 0,3 anni luce. Si pensa che anche il nostro Sistema Solare si sia formato in questo modo: una grande nube molecolare filamentosa si sarebbe frammentata in nuclei densi, che poi, grazie alla forza di gravità, avrebbero attratto gas e materia per dare origine a nuove stelle.

Tuttavia, la formazione stellare nell’universo primordiale potrebbe essere stata diversa. Lo studio, pubblicato su The Astrophysical Journal da un team dell’Università di Kyushu in collaborazione con l’Università Metropolitana di Osaka, suggerisce che le stelle nelle prime fasi dell’universo potrebbero essersi formate anche da nubi molecolari con una struttura meno definita e più “soffice”.

Ricostruire l’ambiente primordiale

Poiché non possiamo osservare direttamente il passato, gli scienziati cercano ambienti nell’universo attuale che possano assomigliare a quelli dell’universo primordiale. La SMC, essendo povera di elementi pesanti (ne contiene solo un quinto rispetto alla Via Lattea), rappresenta un ottimo laboratorio naturale per studiare la formazione stellare in condizioni simili a quelle di 10 miliardi di anni fa. Grazie al telescopio ALMA, è stato possibile ottenere immagini ad alta risoluzione di queste nubi molecolari.

Analizzando 17 nubi molecolari nella SMC, il team ha scoperto che il 60% presentava la classica struttura filamentosa, mentre il 40% aveva una forma più “soffice”. Inoltre, la temperatura all’interno delle nubi filamentose era più alta rispetto a quella delle nubi soffici. Questo potrebbe dipendere dall’evoluzione delle nubi stesse: inizialmente tutte le nubi erano filamentose e più calde a causa delle collisioni tra di esse. Col passare del tempo, il raffreddamento e i moti turbolenti avrebbero trasformato alcune di queste nubi in strutture più “fluffy” e meno definite.

Nubi stellari (Depositphotos foto) – www.aerospacecue.it

Le  nubi filamentosi

Questa differenza strutturale potrebbe avere implicazioni sulla formazione delle stelle e dei sistemi planetari. Le nubi filamentose, più stabili, si frammentano più facilmente lungo la loro lunghezza, favorendo la formazione di stelle come il Sole e di sistemi planetari. Al contrario, nelle nubi soffici la formazione di stelle di piccola massa potrebbe essere più difficile.

Secondo il primo autore dello studio, Kazuki Tokuda, la presenza di elementi pesanti potrebbe essere un fattore chiave per il mantenimento della struttura filamentosa e, di conseguenza, per la nascita di sistemi planetari. Futuri studi che confrontino nubi molecolari in ambienti più ricchi di elementi pesanti, come la Via Lattea, potrebbero offrire nuove intuizioni sull’evoluzione delle nubi molecolari e della formazione stellare nell’universo.