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Gypsum e biosignature: il laser che potrebbe svelare la vita passata su Marte

Rover Perseverance

Rover Perseverance spara un laser sulla superficie marziana (NASA foto) - www.aerospacecue.it

I rilevamenti con un sofisticato laser potrebbero consentire una svolta in merito alla possibilità di una vita passata su Marte

La presenza di vita su Marte resta uno dei dubbi fondamentalmente posti dall’essere umano. La probabilità è che forme di vita abbiano abitato il Pianeta Rosso soltanto quando lo stesso risultava ancora essere caldo e umido, vale a dire miliardi di anni fa. Non a caso, sono i sedimenti antichi presenti sul pianeta ad offrire potenziali prove dell’esistenza di vita microbica passata.

Per approfondire questi aspetti, la comunità aerospaziale si è servita di differenti mezzi in grado di procedere all’esplorazione del pianeta, tra i quali il rover Perseverance della NASA, sbarcato su Marte per raccogliere campioni a testimonianza della vita antica sul Pianeta Rosso.

Il mezzo è dotato di una tecnologia integrata che consiste nella Supercam trasportante un laser, versione nettamente migliorata rispetto allo strumento Chemcam, precedentemente elaborato, che consente ora di analizzare rocce e terreni alla ricerca di composti organici in grrado di suggerire una vita passata.

Ma un gruppo di scienziati si trova correntemente a lavoro per mettere a punto un nuovo laser da impiegare nell’ambito della ricerca di fossili microbici, in grado di esaminare i depositi di gesso, al fine di individuare possibili tracce di fossili al loro interno.

La sperimentazione pratica

Il metodo è stato già oggetto di una sperimentazione terrestre, concentrandosi sui test nei confronti di depositi di gesso situati in Algeria, presentanti caratteristiche simili a quelli presenti su Marte. All’interno di una ricerca pubblicata su Frontiers in Astronomy and Space Science dal titolo “The search for ancient life on Mars using morphological and mass spectrometric analysis: an analog study in detectioning microfossilis in Messinian gypsum“, il suo principale autore Youcef Sellam, dottorato presso l’Università di Berna, ha spiegato come i risultati siano in grado di fornire un quadro metodologico in grado di rilevare le biofirme, comportando potenziali benefici anche nell’ambito delle future esplorazioni marziane.

Per i test è stato impiegato uno spettrometro di massa a ionizzazione ad ablazione laser, impiegabile anche nelle missioni spaziali ed in grado di effettuare rilevamenti di biofirme anche nei minerali solfati, ergendosi a possibilità concreta ed efficace di tecnologia integrabile sui rover o sui lander che raggiungeranno Marte. Tra i minerali solfati a cui Sellam fa riferimento rientra anche il gesso, i quali vengono “lasciati indietro” al momento del prosciugamento dei corsi d’acqua. Considerando che crisi di salinità si siano verificate probabilmente anche su Marte, così come avvenuto nel Mar Mediterraneo, è probabile che i fossili si siano conservati prima di decomporsi.

Rover Perseverance
NASA Rover Perseverance su Marte (NASA’s JPL foto) – www.aerospacecue.it

I risultati dei test e le future missioni

Sellam ha esposto come nel gesso rilevato direttamente sulla superficie marziana è emersa la sua capacità di fossilizzazione molto rapida; durante il medesimo processo è in grado di intrappolare i microrganismi prima che la decomposizione si concretizzi, riuscendo a preservare efficientemente le biofirme e le strutture biologiche. Ma il rilevamento di prove su Marte, al contrario di quanto avvenuto nel deposito in Algeria, non appare così semplice. L’approccio mantenuto dagli scienziati sulla Terra ha previsto l’impiego della microscopia ottica, della microscopia elettronica a scansione con spettroscopia a raggi X e la spettrometria di massa ad ablazione laser, la cui combinazione con lo strumento Supercam ha permesso di raggiungere risultati decisivi.

Gli autori fanno chiarezza su come il metodo sia anche in grado di evidenziare la presenza di elementi chimici, materiale carbonioso e altri minerali, tutti potenzialmente influenzabili dalla presenza dei batteri. Nel 2028 una nuova ambiziosa missione riguarderà Marte: stiamo parlando del lancio del Rover NASA Rosalind Franklin, il cui principale obiettivo sarà quello di ricercare prove chimiche e morfologiche di forme di vita site al di sotto della superficie marziana.