Home » Da Pisa la scoperta del secolo, gli astronauti non dovranno più temere nulla | Potranno coltivare tutto: su Marte e sulla Luna cibo a km 0

Da Pisa la scoperta del secolo, gli astronauti non dovranno più temere nulla | Potranno coltivare tutto: su Marte e sulla Luna cibo a km 0

Marte, Luna e coltivazioni

Coltivazioni nello spazio (Canva/Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

La colonizzazione dello spazio passa anche dall’alimentazione dei suoi “coloni”. E’ davvero possibile permettere la crescita di piante direttamente in orbita?

Uno dei discorsi maggiormente diffusi nel corso degli ultimi periodi ha riguardato la colonizzazione da parte dell’essere umano di altri territori spaziali, ponendo la propria attenzione, in particolare, sulla Luna e sul pianeta Marte.

Ma gli umani sarebbero realmente in grado, allo stato attuale delle cose, di assumere un ruolo da colonizzatori, in modo da stabilire un’unità terrestre anche sugli altri corpi del Sistema Solare? La risposta è ancor più complessa di quanto ci si possa aspettare.

Da una parte troviamo personaggi del calibro di Elon Musk, che ha già annunciato che già nel corso del prossimo quadriennio si assisterà allo sbarco sul Pianeta Rosso da parte della prima astronave contenente equipaggio umano.

Tuttavia, non possiamo non considerare il rovescio della medaglia, ovverosia le potenziali criticità nelle quali l’uomo potrebbe incorrere a seguito dello sbarco, alcune delle quali già palesatesi durante le missioni in orbita, come per quanto riguarda l’alimentazione.

Un progetto alquanto interessante

Un gruppo di scienziati provenienti dall’Università di Pisa, dall’Università La Sapienza di Roma e dall’Agenzia Spaziale Italiana hanno congiuntamente lavorato per individuare un meccanismo molecolare strettamente correlato alla possibilità di crescita e proliferazione delle piante anche in assenza di luce, che potrebbe potenzialmente portare alla piantagione di specie vegetali anche in aree sino ad ora inesplorate dell’intero spazio.

Ad affermarlo è il dottor Riccardo Di Mambro dell’Unipi, anche lui membro del progetto. Lo studio, dunque, pone delle iniziali basi sul tema della futura coltivazione sul territorio marziano e sul suolo lunare. Piante spaziali, dunque, e più nello specifico una micro verdura simile al crescione, che sarebbe in grado di germinare anche in assenza di luce, solare o artificiale che essa sia, o di acqua costante con cui nutrirsi. Gli autori di tale studio definiscono come si tratti unicamente di un punto di partenza, comunque potenzialmente prolifica in termini di “coltivazioni spaziali“.

Crescione amaro
Coltivazione di crescione amaro peloso (Depositphotos foto) – www.aerospacecue.it

Contrastare i problemi della Terra

Uno dei problemi persistenti nel corso delle missioni spaziali è proprio l’approvvigionamento di alimenti freschi, dei quali la flotta astronautica può usufruire. Per questo l’opzione di completare la coltivazione direttamente in orbita, all’interno dei mezzi interspaziali o direttamente sulle superfici di pianeti e satelliti, comporterebbe un prolungamento nelle tempistiche a disposizione degli astronauti di proseguire le missioni extraterrestri per un periodo maggiorato. Il consumo energetico risulterebbe, inoltre, di gran lunga minore, proprio per via dell’assenza di necessità di impiegare costantemente luce e acqua per favorire la crescita della pianta.

Pensate, inoltre, ai danni che i cambiamenti climatici stanno comportando sui raccolti della Terra, riducendo di fatto anche gli ambienti in cui le coltivazioni possono avvenire. Dunque il passo decisivo che gli scienziati vogliono tentare di compiere dovrebbe consentire la germogliazione del crescione amaro peloso anche a migliaia di chilometri di distanza dalla Terra, allo stesso modo in cui si auspica che il medesimo processo potrà rivelarsi prolifico anche per la coltivazione di riso ed ulteriori micro verdure. Dopotutto, stabilire una colonia spaziale passa anche dagli alimenti con i quali gli umani in orbita hanno la possibilità di alimentarsi.