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Allenamenti a gravità zero: il salto potrebbe prevenire i danni alle articolazioni nello spazio

Saltare potrebbe essere la chiave per proteggere le articolazioni degli astronauti, riducendo il rischio di danni durante le missioni.

Allenarsi in assenza di gravità è una delle sfide più grandi per gli astronauti. In orbita, il corpo cambia radicalmente: i muscoli si indeboliscono, le ossa si assottigliano e le articolazioni… beh, subiscono danni che ancora non comprendiamo del tutto. Questo è un problema enorme per chi deve passare mesi, se non anni, nello spazio, magari su Marte o su una base lunare. Per questo, le agenzie spaziali cercano sempre nuovi metodi per mantenere gli astronauti in forma.

Una delle cose meno studiate finora è proprio il danneggiamento della cartilagine. Questo tessuto protegge le articolazioni e permette di muoversi senza dolore, ma ha un grosso difetto: non si rigenera facilmente. Se una persona resta ferma troppo a lungo – per un infortunio, per malattia, o per via della microgravità – la cartilagine inizia a degradarsi. Nel caso degli astronauti, il problema si amplifica: meno movimento, meno stimoli alle articolazioni e, in più, l’esposizione alle radiazioni spaziali, che peggiorano la situazione.

Per contrastare la perdita di massa muscolare e ossea, oggi si usano attrezzature speciali come tapis roulant con elastici e macchine per la resistenza, ma non sempre bastano. Gli effetti negativi della microgravità si fanno comunque sentire e, per chi deve affrontare missioni lunghissime, c’è il rischio di ritrovarsi con le articolazioni compromesse una volta arrivati a destinazione. E se esistesse un allenamento più efficace? Magari un esercizio semplice, ma con risultati sorprendenti?

Questa domanda è particolarmente importante per le future missioni su Marte e sulla Luna. Gli astronauti dovranno adattarsi a nuove condizioni gravitazionali e affrontare sforzi fisici intensi, tra passeggiate spaziali e operazioni di manutenzione. Se arrivano con le articolazioni già rovinate, potrebbero avere difficoltà anche nelle attività più basilari. Trovare una soluzione prima del decollo è fondamentale.

Uno studio rivela i benefici degli esercizi di salto

E proprio qui entra in gioco un’idea tanto semplice quanto geniale: saltare. Secondo una ricerca della Johns Hopkins University, pubblicata su npj Microgravity, esercizi di salto potrebbero essere la chiave per mantenere sane le articolazioni degli astronauti. I ricercatori hanno condotto esperimenti su topi, sottoponendoli a un programma di allenamento specifico e monitorando gli effetti sulla cartilagine.

I risultati? Sorprendenti. Nei topi costretti a ridurre il movimento, la cartilagine si assottigliava e mostrava segni di deterioramento precoce. Ma nei topi che eseguivano salti regolari, succedeva l’esatto opposto: la cartilagine diventava più spessa e resistente. In numeri, gli effetti erano ancora più chiari: nei soggetti inattivi, la cartilagine si riduceva del 14%, mentre in quelli allenati con i salti aumentava addirittura del 26%.

Samantha Cristoforetti si allena in microgravità (NASA – ESA foto) – www.aerospacecue.it

Implicazioni per le missioni spaziali

Questa scoperta potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui gli astronauti si preparano per le missioni. Se gli effetti osservati nei topi si confermassero anche negli esseri umani, gli allenamenti di salto potrebbero diventare parte integrante dei programmi pre-volo, aiutando a prevenire danni articolari prima ancora di lasciare la Terra. E non solo: potrebbero essere sviluppati strumenti specifici per permettere agli astronauti di svolgere esercizi simili anche nello spazio.

C’è ancora molto da studiare: quanto spesso bisognerebbe saltare? Qual è l’intensità ideale dell’allenamento? Potrebbe addirittura aiutare a rigenerare la cartilagine danneggiata? Le risposte arriveranno con il tempo, ma una cosa è certa: questa ricerca non riguarda solo gli astronauti. Se il salto si dimostrasse davvero così efficace, potrebbe diventare un nuovo strumento per combattere problemi articolari anche sulla Terra.