3.600 supernovae per mappare l’Universo: è il più grande dataset mai rilasciato

Illustrazione di una supernovae (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Supernovae: ecco quali sono gli elementi fondamentali a disposizione degli astronomi per tracciare le distanze nell’Universo
Lo Zwicky Transient Facility è il nome con cui si indica un’indagine astronomica del cielo a campo ampio, che sfrutta il telescopio Samuel Oschin dell’Osservatorio di Palomar, California, per approfondire gli astri mediante l’impiego di una fotocamera di ultima generazione implementata sul telescopio stesso.
Il gruppo di ricercatori, capitanato dal dottor Mathew Smith e dal dottor Georgios Dimitriadis della Lancaster University, ha recentemente proceduto alla pubblicazione di ben ventuno articoli, poi pubblicati all’interno di un numero speciale interamente dedicati dell’autorevole rivista Astronomy & Astrophysics.
Le informazioni riportare all’interno fanno riferimento alle informazioni che gli studiosi hanno raccolto analizzando esattamente 3.628 supernovae di tipo Ia presenti nell’Universo, che rappresentano la manifestazione terminale della vita delle nane bianche e su cui molti cosmologi fanno affidamento per tracciare le distanze tra i vari corpi universali.
L’impiego del telescopio da parte della release ZTF, come sottolineato anche dal dottor Smith, ha permesso di venire a conoscenza di dati “rivoluzionari per la cosmologia delle supernovae“, in grado potenzialmente di dare il via ad una nuova era di conoscenze riguardanti l’espansione dell’Universo.
Una stagione di straordinarie rilevazioni
Mai prima nel corso della storia astronomica si era arrivati a raggiungere un insieme di dati tanto corposo, considerando anche che le supernovae di tipo Ia rappresentano una vera rarità in termini di manifestazione e di osservazione all’interno delle galassie. Gli scienziati hanno tentato di ovviare anche a tali disagio, sfruttando proprio le incredibili capacità di ZTF, in grado di consentire un raddoppiamento del numero di rilevamenti, che oggi ammontano complessivamente a ben 3.628. I dati raccolti ed analizzati stanno cominciando proprio nel corso delle ultime stagioni ad essere diffusi a favore della comunità scientifica, come svela il dottor Mickael Rigault, responsabile del Cosmology Science di ZTF.
Di fondamentale importanza è stata anche la telecamera impiantata sul telescopio Schmidt, presso l’Osservatorio californiano di Palomar. Lo stesso è in grado di scansionare il cielo costantemente, fino a raggiungere una profondità di magnitudine pari a 20,5, cruciale per permettere il rilevamento della stragrande parte delle supernove addirittura sino a 1,5 miliardi di anni luce di distanza. Soltanto operando mediante tale metodo è stato possibile rilevare un numero mai raggiunto di supernove nel giro anche di poche ore, come spiegato dalla professoressa Kate Maguire del Dublin Trinity College.

Analizzare le supernovae con precisione maggiorata
Il principale quesito a cui le osservazioni e i dati raccolti dallo ZFT si propone di rispondere riguarda la composizione dell’Universo, tematica di comune interesse per l’interezza di cosmologi e fisici del pianeta intero, come esposto anche dal professor Ariel Goobar dell’Oskar Klein Centre di Stoccolma. I test effettuati sino ad ora hanno comunque permesso di comprendere come le variazioni a cui sono soggette le supernovae di tipo Ia sono intrinsecamente correlate all’ambiente in cui le stesse si localizzano.
Ma la vasta presenza di informazioni e dati a disposizione degli studiosi potrà permettere un approfondimento, in modo maggiormente preciso ed accurato sul comportamento delle supernovae di tipo Ia, consentendo un passo fondamentale volto ad accrescere l’ausilio fornito dalle supernovae stesse nei confronti dei ricercatori per effettuare mappature e rilevare deviazioni cosmologiche, come ribadito dal dottor Rigault.