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NASA, enorme passo in avanti verso il pianeta rosso | Siamo alle strette finali: hanno trovato il carburante giusto

Illustrazione di Marte (Depositphotos)

Illustrazione di Marte (Depositphotos FOTO) - www.aerospacecue.it

la colonizzazione di Marte non sembra lontana, anzi. A livello tecnologico la NASA sta facendo passi d gigante.

Andare su Marte non è una passeggiata. Il viaggio è lungo, parliamo di almeno sei-sette mesi di viaggio nello spazio, in un ambiente ostile e senza possibilità di ritorno immediato in caso di emergenza. 

Uno dei problemi più grossi sono proprio le radiazioni cosmiche, molto più intense rispetto a quelle che affrontiamo sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Senza un’adeguata protezione, potrebbero aumentare il rischio di tumori e altri problemi di salute. Inoltre, vivere per mesi senza gravità può indebolire muscoli e ossa, rendendo difficile perfino camminare una volta atterrati.

Poi c’è la questione del cibo, dell’acqua e dell’ossigeno. Portare tutto il necessario per sopravvivere per diversi anni (compreso il viaggio di ritorno) è complicato e costoso.

Un’innovazione molto interessante

Quando senti dire che un nuovo combustibile nucleare può resistere a 2300 gradi Celsius, la prima reazione è: “Aspetta, cosa?”. È una temperatura assurda, ben oltre il punto di fusione dell’acciaio, più calda persino della lava più incandescente. Eppure, è proprio quello che è riuscita a ottenere la NASA, in collaborazione con General Atomics. 

I test, condotti presso il Marshall Space Flight Center, sono stati un successo clamoroso. Il nuovo combustibile non solo ha retto a temperature estreme, ma è anche sopravvissuto a sei cicli termici, mantenendo il picco di calore per 20 minuti senza degradarsi.

Suolo di Marte (Pixabay foto)
Illustrazione del suolo di Marte (Pixabay foto) – www.aerospacecue.it

La situazione è cambiata

Ma perché è così rivoluzionario? Il punto è che la propulsione nucleare termica (NTP) è molto più efficiente rispetto ai classici razzi chimici. Invece di bruciare carburante, un reattore nucleare riscalda idrogeno fino a temperature estreme e lo espelle ad altissima velocità, creando una spinta molto più potente e riducendo i tempi di viaggio nello spazio. Se oggi servono circa sette mesi per arrivare su Marte, con questa tecnologia potremmo dimezzare il tempo.

Questa tecnologia non riguarda solo Marte. Se la propulsione nucleare funziona come previsto, potremmo finalmente spingerci oltre, magari fino alle lune ghiacciate di Giove o agli oceani nascosti di Encelado. Certo, ci sono ancora tante sfide da superare, soprattutto sulla sicurezza del lancio di materiali nucleari nello spazio. Ma il punto è che, con ogni test riuscito, il sogno dell’esplorazione spaziale profonda non è più solo fantascienza. E Marte? Beh, sembra ogni giorno più vicino, soprattutto quando si fanno passi da gigante in ambito tecnologico.