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Sono bastati 2,9 cm di roccia per fare piangere gli astronomi | “Non ci abbiamo capito mai niente”: com’è stato possibile?

Scienziati

Scienziati osservano al microscopio (Canva/Unsplash foto) - www,aerospacecue.it

E’ stato ritrovato un frammento roccioso senza precedenti, che potrebbe rappresentare uno degli elementi più antichi mai scoperti nel Sistema Solare

Nel corso della storia, soprattutto a partire dalla metà del ‘900, sono state molteplici le missioni e le scoperte in ambito extraterrestre che hanno comportato un mutamento drastico anche nel modo di interpretare la storia galattica e l’evoluzione dell’Universo da parte degli scienziati.

Il vero precursore delle spedizioni, in questo senso, fu il sovietico Sputnik 1, satellite artificiale progettato dal settore aerospaziale dell’allora Unione Sovietica, rimasto nella storia come primo ad esser stato lanciato in orbita attorno alla Terra. Era il 1957 e l’era delle esplorazioni del vicino spazio aveva definitivamente inizio.

Negli ultimi sessanta e più anni sono stati moltissimi i sistemi artificiali, tra satelliti, sonde, rover e non solo, ad essere inviati in orbita. L’obiettivo primario per gli scienziati sulla Terra fu raggiungere la Luna, raggiunto come tutti sappiamo il 20 luglio 1969 nell’ambito della missione Apollo 11.

Ma successivamente l’attenzione degli esperti si focalizzò su Marte, l’affascinante “pianeta rosso”, sul quale si sono concentrate numerose missioni concretizzatesi nelle ultime stagioni, anche attraverso lo sviluppo della futura possibilità di calcare la superficie marziana direttamente da un piede umano.

Una missione fondamentale

La NASA ha diffuso la notizia di una straordinaria scoperta effettuata dal Rover Mars 2020 Perseverance, che risolleva, seppur parzialmente, l’agenzia spaziale statunitense da un periodo magro di particolari ed entusiasmanti successi. Innanzitutto bisogna fare chiarezza sul ruolo e sulle funzioni del robot che si è reso protagonista di questo rilevamento: Perseverance è stato inviato su Marte nel 2020, atterrando nel 2021 con il principale scopo di raccogliere campioni di rocce e frammenti, in grado di fornire agli studiosi prove riguardanti la probabilità di precedenti forme di vita sul Pianeta Rosso.

A partire dallo sbarco nel cratere marziano Jerezo, gli approfondimenti del rover si sono essenzialmente concentrati in un preciso sito del pianeta, noto come Mill Brook, vicino al quale ha sede Blue Hill, ridefinita dagli scienziati stessi Silver Mountain per via dei preziosi risultati che sono stati rinvenuti in questa precisa zona.

Rover Perseverance
Rover NASA Perseverance e il campione rinvenuto (Canva/NASA foto) – www.aerospacecue.it

Il rinvenimento epocale

Perseverance è stato capace di raccogliere, sigillandoli all’interno delle provette che possiede in dotazione, un campione di roccia dalla misura di 2,9 centimetri, presentante una peculiare ricchezza di pirossene a basso contenuto di calcio, come sottolineato anche nell’articolo pubblicato su Unilad. La NASA ha affermato come questa scoperta rappresenti “un’importante pietra miliare” nell’ambito della missione marziana che si prefissa di esplorare e raccogliere le testimonianze geologiche nell’area di Jerezo.

Le ipotesi circolate a partire dagli esperti inquadrano i campioni rinvenuti come ipotetici frammenti risalenti alla prima crosta di Marte, potenzialmente tra i più antichi mai rinvenuti nell’intero Sistema Solare. Il Rover si è dimostrato ancora una volta decisamente determinante, aiutando gli scienziati ad inserire un ulteriore tassello verso l’obiettivo comune, ottenere nuove informazioni relative al passato geologico del Pianeta Rosso.