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ESA, il suo telescopio ha catturato un anello rarissimo | L’incontro tra due Galassie lontanissime: un evento unico

L'anello di Einsten ingrandito (Space.com foto)

L'anello di Einsten ingrandito (Space.com foto) - www.aerospacecue.it

Il telescopio Euclid dell’ESA svela un raro anello cosmico, frutto di un allineamento perfetto tra due galassie lontanissime.

L’universo è un posto incredibile, pieno di sorprese che spesso sfidano la nostra immaginazione. Lontano da noi, a miliardi di anni luce di distanza, accadono eventi straordinari, invisibili a occhio nudo ma fondamentali per capire come funziona il cosmo. Fortunatamente, la tecnologia moderna ci permette di spiare questi fenomeni e di raccogliere informazioni preziose che ci avvicinano un po’ di più alla comprensione dell’universo.

Uno dei concetti più affascinanti della fisica è quello della gravitazione, la forza che tiene insieme stelle, pianeti e galassie intere. Albert Einstein, con la sua teoria della relatività generale, ha rivoluzionato il nostro modo di vedere lo spazio e il tempo, dimostrando che la presenza di corpi molto massicci può deformare il tessuto stesso dello spazio. Questo effetto, anche se difficile da immaginare, ha conseguenze enormi e permette di osservare strani giochi di luce nel cosmo.

Grazie ai telescopi più avanzati, gli astronomi riescono a catturare immagini di questi fenomeni incredibili. Ogni tanto capita di scoprire qualcosa di totalmente inaspettato, un dettaglio che era rimasto nascosto fino a quel momento. E proprio quando si pensa di aver visto tutto, il cielo riesce ancora a stupire con nuove rivelazioni che cambiano il modo in cui comprendiamo l’universo.

Alcuni eventi astronomici sono talmente rari che individuarli è come trovare un ago in un pagliaio. Serve il telescopio giusto, nel momento giusto, puntato esattamente nella direzione giusta. Ma quando tutto si allinea, il risultato può essere spettacolare. E a volte, proprio quando meno te lo aspetti, arriva una scoperta che lascia tutti senza parole.

La scoperta straordinaria di Euclid

Ed è proprio quello che è successo di recente grazie al telescopio spaziale Euclid, lanciato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) nel luglio 2023. A pochi mesi dalla sua entrata in funzione, ha già fatto una scoperta incredibile: un anello di Einstein quasi perfetto, un effetto ottico generato da un fenomeno noto come lensing gravitazionale forte. Questo evento è stato descritto in uno studio pubblicato su Astronomy and Astrophysics e sta già facendo discutere gli esperti.

Ma cos’è successo esattamente? Due galassie, separate da miliardi di anni luce, si sono trovate casualmente allineate rispetto alla nostra prospettiva sulla Terra. La più vicina, NGC 6505, dista circa 590 milioni di anni luce ed è conosciuta dagli astronomi da più di un secolo. L’altra, invece, è totalmente sconosciuta e si trova a 4,42 miliardi di anni luce. L’effetto di questo allineamento ha creato un’immagine spettacolare: la luce della galassia più lontana è stata distorta e amplificata da quella più vicina, formando un cerchio quasi perfetto attorno al suo nucleo.

Lo scatto di Euclid (ESA foto)
Lo scatto di Euclid (ESA foto) – www.aerospacecue.it

Un risultato inaspettato e promettente

L’immagine catturata da Euclid mostra chiaramente l’anello luminoso che avvolge NGC 6505, con quattro punti particolarmente brillanti che corrispondono a immagini multiple della galassia più lontana. Questo tipo di osservazione è fondamentale per studiare la materia oscura, la misteriosa componente dell’universo che non possiamo vedere direttamente ma che influenza il movimento delle galassie. Valeria Pettorino, una delle scienziate che lavorano alla missione, ha sottolineato quanto sia incredibile aver trovato un anello così perfetto in una galassia che gli astronomi conoscono da quasi 140 anni.

Il progetto Euclid ha un obiettivo ambizioso: esplorare il cosiddetto universo oscuro, mappando la distribuzione della materia oscura grazie alla distorsione della luce di milioni di galassie. Gli scienziati dell’ESA si aspettano di identificare circa 100mila lenti gravitazionali forti nel corso della missione, ma trovare un caso così spettacolare già nei primi mesi di attività è un segnale decisamente promettente. Chissà cos’altro riuscirà a scoprire Euclid nei prossimi anni.