Home » La fenice sorprende ancora una volta | Quello che è stato scoperto era impensabile fino a poco tempo fa: una pista da sci affollata

La fenice sorprende ancora una volta | Quello che è stato scoperto era impensabile fino a poco tempo fa: una pista da sci affollata

Fenice

Il nucleo dell'ammasso galattico Fenice (Webb Telescope foto) - www.aerospacecue.it

Perché l’ammasso Fenice rappresenta uno dei punti più affascinanti dell’intero Universo? Le sue peculiarità non smettono mai di stupire gli addetti ai lavori

Gli ammassi galattici rappresentano gli oggetti presenti nell’Universo contraddistinti da dimensioni più grandi in assoluto. Soltanto per rendere l’idea, la massa che li caratterizza sarebbe raggiungibile soltanto sommando svariati milioni di miliardi di Soli.

Secondo le stime indicate dagli esperti, avrebbero avuto origine più o meno 10 miliardi di anni fa e la loro osservazione, possibile sin dal momento della nascita, potrebbe in futuro rivelarsi determinante in ambito astrofisico e cosmologico.

L’ammasso Fenice è noto per possedere la riserva di gas caldo in fase di raffreddamento più grande mai rilevata in un ammasso galattico. Ed è per fattori come questo che gli astronomi si sono, nel corso di più fasi, interessate all’approfondimento dell’ammasso galattico.

Per l’osservazione dello stesso, distante circa 5,8 miliardi di anni luce dal nostro Pianeta, sono stati impiegati alcuni dei più autorevoli telescopi e osservatori spaziali esistenti, tra i quali il Telescopio Spaziale NASA Hubble e l’Osservatorio a Raggi X Chandra.

La sorprendente scoperta

Sulla rivista Nature è stata pubblicata una ricerca i cui risultati derivano direttamente da osservazioni condotte con il Telescopio Spaziale NASA James Webb. Grazie a questo approfondimento è stato possibile comprendere nuove informazioni relative all’ammasso galattico Fenice, che è stato individuato come capace di produrre stelle, nonostante al suo centro sia presente un enorme buco nero supermassiccio, contraddistinto da una massa superiore di circa 10 miliardi di volte rispetto a quella della nostra stella madre, il Sole.

Il gruppo di ricerca, coordinato dal responsabile Michael McDonald del MIT (Massachusetts Institute of Technology), ha impiegato lo strumento Mid-Infrared Instrument del JWST per raccogliere dati spettroscopici bidimensionali, senza precedenti nelle scoperte pregresse. E’ stato proprio McDonald a spiegare quanto avvenuto nel corso dei rilevamenti già avvenuti, servendosi di un paragone tra le piste da sci e l’ammasso: in questo senso, la riserva di gas caldo può essere rappresentata come una seggiovia estremamente affollata di sciatori, i quali, però, non riescono tutti a raggiungere la cima della montagna.

Fenice
La sorprendente scoperta su Fenice (Webb Telescope foto) – www.aerospacecue.it

Il ruolo determinante del telescopio

Nello specifico, è stato scoperto che il gas presente presenta una temperatura pari a circa 300.000 gradi Celsius. McDonald ha spiegato che precedentemente, nel corso delle osservazioni pregresse, era stato possibile unicamente misurare il gas agli estremi della distribuzione di temperatura nel centro dell’ammasso, e che solo grazie all’impiego del JWST la misurazione è avvenuta anche nelle regioni prossime.

Il telescopio è stato in grado di rilevare la ionizzazione del neon e dell’ossigeno; c’è da porre una particolare distinzione tra i due materiali, in quanto l’ossigeno risulta essere facilmente visibile nell’ultravioletto, mentre il neon emette una luce infrarossa tranquillamente rilevabile dal James Webb. Ciò è stato spiegato anche dal ricercatore Michael Reefe, che ha esposto, inoltre, come la tecnica potrà essere implementata anche nei futuri studi degli ammassi galattici.