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Einstein, svelato uno dei segreti più grandi dell’Universo | Fino ad ora nessuno riteneva possibile l’esistenza di una stella del genere

Albert Einstein (Pixabay foto)

Albert Einstein (Pixabay foto) - www.aerospacecue.it

Einstein aveva ragione, ma non è sicuramente una novità. Ha svelato molti misteri, e uno di questi è davvero affascinante.

Fino a pochi anni fa, alcune scoperte sembravano pura fantascienza. Eppure, la scienza continua a spingersi oltre i limiti, trasformando in realtà ciò che un tempo era impensabile. 

Un esempio incredibile è la fusione nucleare. Per decenni si è parlato di energia illimitata e pulita, ma sembrava un sogno irrealizzabile. Ora, con gli ultimi esperimenti, siamo più vicini che mai a renderla una fonte concreta e rivoluzionaria. 

Anche nell’astronomia stiamo assistendo a cose mai viste prima. I telescopi di nuova generazione, come il James Webb, stanno catturando immagini di galassie formatesi miliardi di anni fa, svelandoci dettagli sull’universo primordiale che prima erano fuori dalla nostra portata.

E poi c’è l’intelligenza artificiale, che sta facendo passi da gigante. Chi avrebbe mai pensato che un algoritmo potesse diagnosticare malattie meglio di un medico o creare opere d’arte indistinguibili da quelle umane?

Il “ritorno” di Einstein

Quando si sente nominare Einstein, la prima immagine che viene in mente è quella del genio dai capelli arruffati che ha riscritto le regole della fisica. Ma se oggi ti dicessi che Einstein è tornato a studiare l’universo, cosa penseresti? Ok, forse non proprio lui in carne e ossa, ma il suo nome vive in una delle sonde spaziali più avanzate mai costruite. E indovina? Sta facendo scoperte che nemmeno il vecchio Albert avrebbe potuto immaginare.

Questa volta non parliamo di teoria della relatività o formule incomprensibili, ma di qualcosa di molto più concreto (e spettacolare): un enigma cosmico che ha lasciato gli scienziati a bocca aperta. Un fenomeno che sembra impossibile, eppure è stato osservato con estrema precisione dalla sonda Einstein, mandando in tilt le certezze sull’evoluzione stellare. 

Illustrazione della Teoria della Relatività (Pexels FOTO) - www.aerospacecue.it
Illustrazione della Teoria della Relatività (Pexels FOTO) – www.aerospacecue.it

Ladri sparsi nell’universo

La sonda Einstein, nata dalla collaborazione tra Cina ed Europa, ha rilevato una sorgente di energia anomala proveniente dalla Piccola Nube di Magellano, una delle galassie più vicine alla nostra. Ecco la scoperta: da una parte, una gigantesca stella Be, ben 12 volte più grande del nostro Sole e caldissima. Dall’altra, una nana bianca, il nucleo spoglio di una stella morta da tempo. Fin qui niente di strano, se non fosse che, in teoria, queste due stelle non dovrebbero essere coetanee. Perché? Beh, una nana bianca impiega centinaia di milioni di anni per formarsi, mentre una stella di 12 masse solari esplode in supernova dopo appena 20 milioni di anni. Quindi, come fanno a trovarsi lì insieme?

La risposta è tanto affascinante quanto complessa: si tratta di un caso raro di vampirismo stellare. Gli scienziati ipotizzano che, in origine, ci fossero due stelle più piccole, di circa 6 e 8 masse solari. La più grande ha iniziato a morire per prima, gonfiandosi e cedendo parte della sua materia alla compagna, che ha così “ingrassato” fino a diventare 12 volte la massa del Sole. Nel frattempo, quella che ha perso il suo involucro è diventata una nana bianca. Insomma, una sorta di passaggio di testimone cosmico che ha riscritto il destino di entrambe.