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Buchi neri, questo vicino a noi è impazzito | La sua “fame nervosa” è senza eguali: mangia di tutto in continuazione

Buco nero

Buco nero al centro della galassia (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Gli studiosi stanno tenendo sotto osservazione il sorprendente comportamento di un buco nero. Ma non è ancora possibile definire con chiarezza cosa stia succedendo

I buchi neri sono capaci di inghiottire tutto ciò che li circonda, operando come fossero veri e propri pozzi gravitazionali. La loro forza di gravità è tale da non lasciare scampo né alle stelle, né ai pianeti o ad altri corpi galattici.

Ma come avviene la formazione di un buco nero? Generalmente la loro origine si attribuisce alla morte di una stella di notevoli dimensioni; nel corso di questa fase il corpo che sta terminando la propria esistenza comincia a perdere la propria massa e a raffreddarsi, sino a diventare una nana bianca.

Durante la loro azione sono capaci di risucchiare addirittura il gas che circonda le stelle, che viene attirato verso il buco nero sino ad originare una sorta di disco, quello che viene definito disco di accrescimento, che ruota attorno all’asse del corpo stesso.

La loro massa è la principale caratteristica di riferimento che permette agli studiosi di classificarli. Le principali categorie di buchi neri sino ad ora osservati sono i supermassicci, quelli di massa media, gli stellari e i micro buchi neri.

L’attività del buco nero supermassiccio

Nel corso di un’osservazione concentratasi sul centro della nostra galassia, la Via Lattea, il Telescopio Spaziale James Webb è stato in grado di inquadrare il buco nero supermassiccio Sagittarius A*, del quale possediamo un’immagine fondamentale, attribuibile al progetto Event Horizon Telescope. Nonstop Variability of Sgr A* Using JWST at 2.1 and 4.8 μm Wavelengths: Evidence for Distinct Populations of Faint and Bright Variable Emission è il titolo di uno studio che si è espressamente concentrato sull’approfondimento del buco nero, riuscendo a comprendere come il disco di accrescimento orbitante attorno al corpo sia in grado di emettere una sorta di “baglioricostanti, senza mai placare la sua attività.

Le manifestazioni alternano bagliori di breve durata ed intensità, a eruzioni nettamente più lucenti, che si articolano per svariati giorni, sino ad osservare eventi che, nonostante siano contraddistinti da una specifica debolezza, sono in grado di protrarsi addirittura per mesi. Si tratta di un elemento fondamentale a detta della comunità scientifica, che potrebbe segnare un punto di svolta in termine di studi e conoscenze relativi all’evoluzione e al comportamento dei buchi neri siti nelle galassie.

Sagittarius A
Immagine catturata del Sagittarius A (EHT Collaboration foto) – www.aerospacecue.it

Una manifestazione ancora ignota

Farhad Yusef-Zadeh della Northwestern University, in Illinois, ha spiegato come, secondo quanto emerso dai dati, sia stato possibile osservare mutamenti continui nel flusso di luminosità, fino ad assistere ad un’improvvisa esplosione, avvenuta da un momento all’altro. Per questo, il profilo di Sagittarius A* si attesta come uno dei più affascinanti e allo stesso tempo ricchi di mistero che siano mai stati osservati. Nell’effettuazione dei rilievi i ricercatori si sono serviti dello strumento ad infrarossi NIRCAM, per un periodo complessivo pari a 48 ore. Ma stando ai prossimi obiettivi, l’intenzione sarebbe di impiegare il JWST per 24 ore consecutive nell’osservazione.

Le emissioni prodotte dal disco di accrescimento sono risultate esser pari a cinque o sei flare al giorno; i ricercatori non sono riusciti, tuttavia, a comprendere la reale origine di questi fenomeni, limitandosi soltanto a fornire qualche ipotesi. Nel caso delle manifestazioni poco lucenti, ad esempio, è possibile che entrino in gioco disturbi e compressioni nei dischi di accrescimento; viceversa, gli eventi più spettacolari potrebbero essere frutto della collisione di differenti spicchi del medesimo campo magnetico.