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Vita extraterrestre, i pianeti attorno alle nane bianche potrebbero essere abitabili

Le nane bianche, a lungo considerate troppo fredde e inospitali, potrebbero in realtà ospitare pianeti abitabili.

Le nane bianche sono quello che resta di una stella dopo che ha bruciato tutto il suo combustibile. Piccole, dense e sempre più fredde col passare del tempo, sono state a lungo considerate ambienti improbabili per la vita. Se una stella muore, che possibilità può avere un pianeta in orbita attorno a lei? Fino a poco tempo fa, gli astronomi avrebbero risposto: praticamente nessuna. Ma forse ci siamo sbagliati.

Di solito, quando si parla di esopianeti abitabili, l’attenzione è tutta per stelle simili al Sole, ancora giovani e stabili. Quelle che mantengono un’energia costante, permettendo ai pianeti di conservare atmosfere e oceani per miliardi di anni. Le nane bianche, invece, sono state trascurate. Troppo deboli, troppo fredde, troppo instabili. Si pensava che qualsiasi pianeta fosse stato lì un tempo, ora fosse una landa desolata. Ma c’è chi ha deciso di guardare più da vicino.

Il punto chiave è la zona abitabile, cioè la fascia attorno a una stella dove un pianeta potrebbe mantenere acqua liquida in superficie. Nel caso delle nane bianche, questa zona è molto più vicina alla stella rispetto a stelle più grandi, perché l’energia disponibile è minore. Questo significa che i pianeti, se ci sono, devono orbitare molto vicino alla loro nana bianca per ricevere abbastanza calore. E questo cambia completamente il modo in cui funzionano clima e temperature.

Per capire meglio la situazione, un gruppo di astronomi ha deciso di usare modelli climatici avanzati, di quelli che si usano per studiare l’atmosfera terrestre. E ha fatto un confronto tra due mondi ipotetici: uno attorno a una nana bianca e l’altro in orbita attorno a Kepler-62, una stella ancora attiva, simile al Sole. Il risultato? Sorprendente.

Le condizioni climatiche nei sistemi delle nane bianche

Uno studio condotto dall’Università della California, Irvine, ha dimostrato che i pianeti che orbitano vicino alle nane bianche potrebbero essere più accoglienti di quanto si pensasse. Analizzando il comportamento del clima su questi mondi con simulazioni 3D, il team ha scoperto che un pianeta nella zona abitabile di una nana bianca potrebbe trattenere più calore rispetto a uno attorno a una stella normale. Il motivo principale? La rotazione.

La ricerca ha mostrato che il pianeta vicino alla nana bianca completerebbe un giro su se stesso in circa 10 ore, mentre il pianeta di Kepler-62 avrebbe un periodo di rotazione di 155 giorni. Questa differenza cambia completamente il modo in cui si distribuiscono le nubi e il calore.

Uno dei pianeti del sistema Kepler (NASA Science foto) – www.aerospacecue.it

Implicazioni per la ricerca della vita extraterrestre

Il pianeta della nana bianca ruoterebbe così velocemente da non dare il tempo alle nuvole di accumularsi troppo, permettendo alla sua superficie di trattenere più calore. Il pianeta di Kepler-62, invece, sarebbe avvolto da uno spesso strato di nubi che rifletterebbero la luce e raffredderebbero eccessivamente il pianeta. Insomma, proprio il contrario di quello che ci si aspettava.

Questi risultati cambiano il modo in cui guardiamo alle nane bianche nella ricerca di vita extraterrestre. Fino ad ora, non erano mai state considerate delle candidate serie per ospitare pianeti abitabili. Ma con strumenti sempre più potenti, come il James Webb Space Telescope, potremmo presto scoprire se questi mondi hanno atmosfere e, chissà, anche tracce di vita.