Marte, la NASA non ha ancora idea di cosa fare | Perseverance raccoglie ancora campioni, ma non è possibile ancora portarli sulla Terra
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Rover NASA Perseverance (NASA Jet Propulsion Laboratory foto) - www.aerospacecue.it
Il rover Perseverance è entrato in contatto con numerosi campioni. La NASA auspica la mossa della svolta, ma ciò sembra più complesso del previsto
Atterrato nel 2021, il Perseverance Rover della NASA ha lo scopo di ricercare campioni che permettano agli esperti di approfondire l’ipotesi per la quale il pianeta Marte abbia posseduto forme di vita nel passato.
Per questo il lavoro del rover si articola attraverso la ricerca e la raccolta di elementi derivanti da frammenti di rocce marziane e dalla regolite del pianeta rosso, in modo da sottoporli all’attenzione di ricercatori e scienziati, che studiandoli potranno fornire informazioni determinanti sullo sviluppo e i mutamenti che hanno coinvolto Marte.
La sua missione prende il nome di Mars 2020, perché il lancio del rover avvenne nel corso del medesimo anno. Più precisamente il 30 luglio, dalla base di lancio di Cape Canaveral, in Florida, dove la stragrande maggioranza delle missioni NASA hanno avuto inizio.
Il 18 febbraio 2021, come accennato, rappresenta un momento fondamentale nella storia delle esplorazioni marziane, in quanto proprio in questa data Perseverance ha effettuato il suo atterraggio all’interno del cratere Jerzero.
Le attese novità sulla missione marziana
Il Mars Sample Return, progetto nell’ambito del pianeta rosso che ha l’obiettivo di riportare sulla Terra i sedimenti che il rover Perseverance è riuscito a rinvenire nel corso delle sue esplorazioni marziane, ha raggiunto un determinante punto di svolta, come annunciato dalla NASA stessa. Il prossimo passo riguarda proprio il trasferimento dei campioni all’attenzione degli scienziati del nostro pianeta, il che potrebbe essere possibile usufruendo di due strade, al fine di ridurre significativamente i costi dell’operazione.
La NASA si è espressa, mediante la figura dell’amministratore Bill Nelson, riguardo i campioni rinvenuti e il loro potenziale in caso di approfondimento, che permetterebbe alla comunità di scovare elementi inaspettati in grado di ridefinire il punto di vista dell’essere umano riguardo la formazione e l’evoluzione dell’Universo. La prima delle due alternative prevede l’impiego di sistemi in grado di garantire ingresso, discesa ed atterraggio al rover, usufruendo di una sorta di gru in grado di depositare la sonda e riprenderla a bordo prima di tornare sulla Terra. Il secondo metodo, invece, prevede la collaborazione di NASA con vari partner commerciali, in grado di massimizzare le capacità di consegna della sonda.
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Gli ipotetici futuri sviluppi
Il limite posto dalla NASA, entro cui procedere con la conferma del programma, è previsto per la seconda metà del 2026. Il lavoro degli esperti continuerà indubbiamente sino a quella data, in modo da valutare i punti a favore e i potenziali rischi di una scelta sull’altra, cercando di scovare le modalità più consone ed efficaci per portare al compimento ottimale della missione Mars Sample Return.
Si parla di una svolta epocale nell’ambito delle esplorazioni interspaziali, specie per quanto concerne proprio Marte. Nell’ambizione degli studiosi c’è, ovviamente, la volontà di esaminare approfonditamente i campioni raccolti, in modo da assorbire informazioni cruciali riguardanti la storia geologica e climatica del Pianeta Rosso.