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Scoperti micro-getti solari: alimentano il vento solare fino a 800 km/s

Superficie del sole (Depositphotos foto)

Superficie del sole (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Nuove osservazioni rivelano minuscoli getti di plasma che contribuiscono alla formazione del vento solare.

Il Sole, questa enorme palla infuocata di plasma, non sta mai fermo. Da lui si stacca in continuazione un flusso di particelle cariche che viaggia nello spazio a velocità folli, il cosiddetto vento solare. Parliamo di velocità tra i 400 e gli 800 km/s, roba che in un secondo ti farebbe attraversare mezza Italia. Ma da dove arriva tutta questa energia? Gli scienziati se lo chiedono da tempo e, anche se qualche idea ce l’avevano, mancavano ancora prove solide per spiegare davvero cosa spinga il vento solare a queste velocità.

Le ipotesi principali si concentravano sulla riconnessione magnetica, un fenomeno in cui le linee del campo magnetico solare si intrecciano, si spezzano e si riuniscono, liberando un’enorme quantità di energia. Un po’ come quando si tende troppo un elastico e poi, schioccando, rilascia tutta la tensione accumulata. Sembrava essere un pezzo importante del puzzle, ma i dettagli sul meccanismo esatto e sulla sua incidenza nel flusso di particelle solari erano ancora poco chiari.

Sappiamo che il vento solare non parte a caso da tutta la superficie solare, ma ha delle zone preferenziali: i buchi coronali. Sono aree scure nella corona del Sole, dove il campo magnetico si estende all’infinito e lascia una sorta di via d’uscita alle particelle cariche. In passato si era già notata una correlazione tra questi buchi e le emissioni di nanoflares, piccoli brillamenti solari, ma non si capiva bene quanto contribuissero al vento solare. Insomma, troppe domande e poche risposte.

Ora, però, qualcosa è cambiato. Un nuovo tassello si è aggiunto alla storia: gli scienziati hanno scoperto che sulla superficie del Sole avvengono continuamente dei micro-getti di plasma, piccolissimi ma frequentissimi, che sembrano avere un ruolo chiave nel generare il vento solare. Sono getti talmente minuscoli, larghi appena poche centinaia di chilometri, che fino a poco tempo fa erano praticamente invisibili.

Osservazioni della sonda Solar Orbiter

A fare questa scoperta è stata la sonda Solar Orbiter dell’ESA, grazie a strumenti di ultima generazione in grado di catturare immagini ad altissima risoluzione. Un team di ricercatori guidato da Lakshmi Pradeep Chitta del Max Planck Institute for Solar System Research ha individuato questi minuscoli getti nei buchi coronali vicino all’equatore del Sole. Sono eventi rapidissimi, si accendono e si spengono in un attimo, ma ce ne sono così tanti che, messi insieme, forniscono un contributo significativo al vento solare, sia nella sua componente veloce che in quella più lenta.

Grazie all’Extreme Ultraviolet Imager (EUI), uno strumento in grado di osservare il plasma solare a temperature di milioni di gradi, il team ha potuto vedere questi micro-getti con una chiarezza mai raggiunta prima. Ma non si sono fermati lì. Con l’aiuto di altri strumenti a bordo della Solar Orbiter, tra cui il Polarimetric and Helioseismic Imager (PHI), il Solar Wind Plasma Analyser (SWA) e il Magnetometer (MAG), gli scienziati sono riusciti a collegare direttamente i dati raccolti dalla sonda con l’attività di questi getti. In pratica, hanno seguito il vento solare “a ritroso”, individuando la sua origine esatta.

Micro getti solari (ESA Space Science Hub - youtube screenshot)
Micro getti solari (ESA Space Science Hub – youtube screenshot) – www.aerospacecue.it

Il ruolo della riconnessione magnetica

Ma cosa fa partire questi micro-getti solari? Qui torna in gioco il discorso della riconnessione magnetica. Quando le linee del campo magnetico si attorcigliano e poi si spezzano, rilasciano un’energia pazzesca, che scalda il plasma e lo lancia nello spazio a velocità assurde. Lo stesso processo avviene nelle grandi eruzioni solari, solo che in questo caso succede in scala ridotta, ma con una frequenza impressionante.

Questa scoperta è un passo avanti enorme per capire come il vento solare riesca a mantenersi costante. I micro-getti, anche se piccoli, agiscono come un motore continuo, alimentando il vento solare con un flusso ininterrotto di energia. Le prossime missioni di Solar Orbiter e della Parker Solar Probe continueranno a studiare il fenomeno, cercando di capire fino a che punto questi getti influenzano il clima spaziale e le variazioni del vento solare nel corso del tempo.