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LEAP: il robot che studierà Enceladus “saltando”

Un innovativo robot della NASA potrebbe rivoluzionare l’esplorazione di Encelado, studiando da vicino i suoi imponenti geyser ghiacciati.

Esplorare mondi lontani non è mai una passeggiata, e quando si tratta di ambienti estremi come quelli delle lune ghiacciate di Saturno, le cose si complicano parecchio. Ogni superficie extraterrestre ha caratteristiche uniche che possono rendere inutili i metodi di spostamento che funzionano bene sulla Terra o persino su Marte. Per esempio, i rover vanno alla grande su terreni rocciosi, ma su un satellite coperto di ghiaccio e con una gravità bassissima? Decisamente meno.

Ecco perché la NASA sta guardando a soluzioni alternative. E tra queste, c’è un’idea particolarmente interessante: usare un robot che si sposta saltando. Il salto, a differenza delle ruote o delle eliche, permette di coprire distanze notevoli senza preoccuparsi troppo degli ostacoli o delle superfici scivolose. Inoltre, richiede pochissima energia rispetto a un volo a razzo, il che significa più autonomia e meno problemi logistici.

L’ispirazione arriva da un robot terrestre, Salto, sviluppato dall’Università della California, Berkeley. Alto meno di mezzo metro e con un peso piuma sotto il mezzo chilo, questo piccolo concentrato di ingegneria è in grado di compiere balzi incredibilmente precisi, muovendosi agilmente in ambienti complessi. Il suo creatore, Justin Yim, oggi professore all’Università dell’Illinois, sta lavorando per adattare questa tecnologia all’esplorazione spaziale, puntando dritto verso uno degli scenari più affascinanti del sistema solare.

Nasce così il progetto LEAP (Legged Exploration Across the Plume), attualmente finanziato dalla NASA attraverso il programma NIAC (Institute for Advanced Concepts). L’idea? Usare un robot saltatore per studiare i giganteschi geyser di Encelado, getti d’acqua che provengono dall’oceano sotterraneo della luna e che potrebbero contenere tracce di vita.

Un balzo nella ricerca: LEAP e la missione tra i geyser

A differenza di altre sonde, che possono raccogliere campioni solo dalle parti più alte di questi pennacchi, LEAP potrebbe attraversarli direttamente, raccogliendo dati preziosissimi. Parliamo di sostanze che arrivano direttamente dall’interno della luna e che potrebbero raccontarci molto sulla sua composizione chimica e, chissà, magari sulla presenza di organismi viventi.

Il piano prevede che il robot venga lanciato da una piattaforma chiamata Orbilander, una sonda che potrebbe sia orbitare attorno a Encelado sia atterrare sulla sua superficie. In questo modo, LEAP avrebbe una sorta di “base” per ricaricarsi e continuare la sua esplorazione senza doversi preoccupare troppo della batteria. Inoltre, grazie a un sistema avanzato di controllo dell’orientamento, potrebbe correggere eventuali cadute e gestire al meglio ogni atterraggio.

Il robot Salto (CNET – youtube screenshot) – www.aerospacecue.it

Il futuro dell’esplorazione spaziale è a colpi di salto

Ovviamente, per poter saltare e atterrare senza problemi, il robot dovrà essere il più leggero possibile. Questo significa che la strumentazione a bordo sarà ridotta all’essenziale: probabilmente una telecamera e un misuratore di flusso, strumenti sufficienti per raccogliere dati importanti, anche se meno avanzati rispetto a quelli che potrebbero trasportare rover più grandi.

Anche se il progetto è ancora in fase iniziale, l’idea di usare il salto come metodo di locomozione nello spazio potrebbe rivoluzionare il modo in cui esploriamo altri mondi. Oggi si parla di Encelado, ma in futuro robot come LEAP potrebbero esplorare altri satelliti o pianeti, affrontando terreni impossibili per i classici rover. In poche parole, aspettatevi di vedere molti più salti nel futuro dell’esplorazione spaziale!