JWST scopre 139 nuovi asteroidi: i più piccoli mai rilevati

Illustrazione del Telescopio James Webb che scopre gli asteroidi (NASA foto) - www.aerospacecue.it
Il JWST individua 139 nuovi asteroidi, i più piccoli mai osservati: nuove possibilità per il monitoraggio e la difesa planetaria.
Quando è stato lanciato, il James Webb Space Telescope (JWST) non era certo pensato per dare la caccia agli asteroidi. Il suo obiettivo era un altro: studiare le prime galassie, capire come si sono formati i pianeti e magari dare una mano a rispondere alla domanda più grande di tutte—come è iniziata la vita? Eppure, grazie alla sua incredibile capacità di osservare l’infrarosso, si sta rivelando utile anche in un campo inaspettato: la difesa della Terra da possibili impatti spaziali.
Non è un’esagerazione. La storia del nostro pianeta ha già visto un incontro ravvicinato devastante. 66 milioni di anni fa, un gigantesco asteroide di almeno 10 km di diametro colpì la zona dell’attuale Yucatán e mise fine all’era dei dinosauri (o meglio, a quasi tutti, visto che gli uccelli sono i loro discendenti). Da allora, l’umanità ha un interesse molto pratico nell’evitare un destino simile. Per questo, la NASA ha avviato un programma dedicato al monitoraggio dei Near-Earth Objects (NEO), ossia tutti quei corpi celesti che passano abbastanza vicino da rappresentare una potenziale minaccia.
Finora, i telescopi hanno individuato senza troppi problemi i grandi asteroidi, quelli con diametri di oltre 100 km. Questi oggetti, però, tendono a mantenere orbite stabili nella fascia principale degli asteroidi, tra Marte e Giove, e non rappresentano un pericolo immediato. La vera sfida è trovare quelli più piccoli, quelli che misurano poche decine di metri e che, proprio per le loro dimensioni ridotte, possono essere deviati più facilmente verso la Terra. Sono loro i responsabili di eventi come l’esplosione di Tunguska nel 1908 o di quella di Chelyabinsk nel 2013, che ha mandato in frantumi migliaia di finestre con un’onda d’urto potentissima.
Il problema principale? Il metodo di rilevamento tradizionale si basa sulla luce riflessa dagli asteroidi, che però può trarre in inganno. Oggetti piccoli ma molto riflettenti possono sembrare più grandi di quello che sono, mentre quelli scuri possono risultare quasi invisibili. Il JWST, invece, sfrutta il calore emesso dagli asteroidi stessi, permettendo di ottenere una stima molto più accurata delle loro reali dimensioni.
Una tecnica innovativa per dare la caccia agli asteroidi
Un gruppo di ricercatori ha avuto un’idea brillante: sfruttare i dati raccolti dal JWST mentre osservava il sistema TRAPPIST-1 per testare un nuovo metodo di ricerca degli asteroidi. Hanno usato una tecnica chiamata synthetic tracking, basata su potenti unità di elaborazione grafica (GPU), e il risultato è stato sorprendente: hanno individuato 139 nuovi asteroidi nella fascia principale, mai visti prima.
Questi oggetti spaziali hanno diametri che vanno da pochi metri fino a qualche decina, rendendoli ufficialmente i più piccoli mai scoperti in questa zona del Sistema Solare. È una scoperta importante perché dimostra che il JWST può essere usato non solo per esplorare mondi lontani, ma anche per qualcosa di molto più vicino e rilevante per la nostra sicurezza: il monitoraggio dei piccoli asteroidi.

Il JWST e il futuro della difesa planetaria
E questa, molto probabilmente, è solo la punta dell’iceberg. Gli scienziati sono convinti che il JWST possa aiutare a individuare migliaia di altri asteroidi simili, migliorando enormemente la nostra comprensione della fascia principale e delle sue dinamiche. L’idea è di riuscire a identificare per tempo gli oggetti più pericolosi, così da poter studiare possibili strategie per deviarli prima che diventino un problema.
Curiosamente, il JWST non era stato progettato per questo tipo di missione, ma sta dimostrando di essere uno strumento incredibilmente utile per la sicurezza planetaria. Se gli astronomi riusciranno a ottenere più fondi e più tempo di osservazione, potrebbero affinare ancora di più le tecniche di rilevamento e tracciare le orbite di questi piccoli asteroidi con una precisione mai vista prima. E magari, un giorno, potrebbe essere proprio grazie a queste scoperte che eviteremo il nostro personale “evento Chicxulub”.