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Encelado, perché per andarci ci si allena nell’Artico? | Scienziati hanno rivelato enormi similitudini tra i due luoghi

Isole Svalbard

Scorcio delle Isole Svalbard (NASA Visible Earth foto) - www.aerospacecue.it

Una delle mete interspaziali che più hanno incuriosito gli studiosi nel corso degli anni. Quali sono le sue caratteristiche? E perché gli scienziati la comparano all’ambiente artico?

Encelado è una delle principali lune di Saturno, che si presenta ghiacciata e che, potenzialmente, potrebbe ospitare sotto la sua superficie una non indifferente presenza di acqua allo stato liquido, alimentando la possibilità che sul satellite sia presente vita extraterrestre. Per questo Encelado ha attirato l’attenzione degli studiosi sin dalle prime osservazioni effettuate.

Stando a quanto riporta uno studio risalente al 2023, in seguito pubblicato sulla rivista Nature, all’interno dell’oceano presente su Encelado sono stati rinvenuti fosforo e ammoniaca, elementi fondamentali per la stabilizzazione in un determinato ambiente delle forme di vita, a partire dagli organismi unicellulari.

Nel corso di una decade, tra il 2005 e il 2015, una sonda fondamentale per le esplorazioni interplanetarie, la Cassini-Huygens, sorvolò ripetutamente la superficie del satellite, riuscendo ad avvicinarsi ad una distanza inferiore a 50 km, al fine di ottenere indizi o addirittura prove volte ad alimentare la possibilità di entrare in contatto con esseri viventi presenti sulla luna.

E’ ancora troppo presto per svelare tutti i misteri di Encelado, ma i significativi passi avanti compiuti in ambito di ricerca scientifica, con la messa a punto di nuovi sistemi e tecnologie all’avanguardia potranno fornire risultati determinanti nel corso degli anni a venire.

I primi rilevamenti

Come già accennato, ormai più di vent’anni fa, nel 2004, la sonda Cassini-Huygens si spinse fino a Saturno, effettuando per la prima volta un sorvolo proprio sopra uno dei satelliti più grandi del “Signore degli Anelli”, ovvero proprio Encelado. Gli esperti procederono con l’osservazione direttamente dalla Terra, evidenziando la presenza di vapore acqueo in corrispondenza dei differenti poli.

Successivamente venne inquadrata proprio la presenza di ghiaccio d’acqua, elemento peculiare della superficie della luna, che unita a molecole a base di carbonio e altre sostanze quali metano, fornivano indizi determinanti in riferimento alla possibilità di vita microbica direttamente sul satellite, ipotesi che resta viva tutt’ora, nonostante non si sia mai riuscito ad ottenere un concreto riscontro.

Isole Svalbard
Scorcio delle Isole Svalbard (NASA Visible Earth foto) – www.aerospacecue.it

Il frutto degli esperimenti più approfonditi

Un team di ricerca presso l’Università degli Studi di Bari ha effettuato uno studio, in seguito pubblicato su Planetary and Space Science, che tratta del rilevamento di ciclo del metano direttamente dalla superficie di Encelado, pur non recandosi di persona sul territorio del satellite. E se prendiamo in considerazione le condizioni della luna, usualmente ricoperta di ghiaccio per la quasi interezza dell’anno, riusciamo a comprendere l’utilità di effettuare “test” presso le latitudini dell’Oceano Artico.

I ricercatori si sono avvalsi di quello che può a tutti gli effetti essere definito un grande laboratorio a cielo aperto, che per via della condizione quasi perennemente ghiacciata, similare ad Encelado, si rende adatto alla conduzione di esperimenti, in modo da simulare le tecniche che dovranno essere impiegate nelle future esplorazioni verso la luna di Saturno. In tal senso, sono stati numerosi i passi avanti effettuati nella ricerca, avendo certificato la possibilità di effettuare rilevamenti in merito alla concentrazione di anidride carbonica e isotopi all’interno delle masse d’acqua.