Primo Piano

Cosmologia e vita aliena: la revisione dell’Equazione di Drake introduce il fattore energia oscura

L’energia oscura entra nell’Equazione di Drake, introducendo una nuova prospettiva sullo sviluppo della vita aliena.

Da quando esiste la cosmologia moderna, gli scienziati cercano di capire quali siano le condizioni necessarie per far nascere la vita nell’universo. Una delle idee più famose in questo campo è l’Equazione di Drake, che l’astronomo Frank Drake propose nel 1960 per stimare quante civiltà extraterrestri potrebbero esistere nella nostra galassia. Non era una formula esatta, più che altro una guida per riflettere su cosa servisse per avere vita intelligente là fuori. Ma nel tempo, l’equazione è diventata un punto di riferimento per chi cerca segni di vita oltre la Terra.

Ovviamente, col passare degli anni, gli scienziati hanno aggiornato questa equazione, modificando i parametri in base alle scoperte più recenti. Sappiamo molto di più sulla formazione delle stelle, la nascita dei pianeti e le condizioni che rendono un mondo abitabile. Tuttavia, c’è un elemento che per tanto tempo è rimasto fuori dal quadro generale: l’energia oscura, quella forza misteriosa che sta facendo espandere l’universo a velocità sempre maggiore.

L’energia oscura rappresenta circa il 70% del contenuto energetico del cosmo, e gli scienziati sanno che influisce sulla formazione delle galassie e sulla distribuzione della materia nello spazio. Questo significa che, indirettamente, potrebbe anche influenzare la possibilità che la vita si sviluppi. Se la quantità di energia oscura fosse stata diversa, la storia delle stelle e dei pianeti sarebbe cambiata di conseguenza, con impatti potenzialmente enormi sull’esistenza della vita.

Ora, un team di astrofisici ha deciso di affrontare proprio questa questione, proponendo una nuova versione dell’Equazione di Drake che prende in considerazione, per la prima volta, l’energia oscura e il suo ruolo nella nascita delle stelle. Questa revisione potrebbe cambiare completamente il modo in cui pensiamo alla vita nell’universo.

Il legame tra energia oscura e formazione stellare

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Durham ha messo a punto un modello teorico che cerca di quantificare in che modo l’energia oscura influenzi la formazione delle stelle e, di conseguenza, la possibilità che esistano pianeti abitabili. Per farlo, hanno studiato l’evoluzione cosmica usando il modello Lambda-Cold Dark Matter (ΛCDM), che descrive l’universo come composto per il 95% da materia oscura ed energia oscura.

Analizzando la storia della formazione stellare, gli scienziati hanno scoperto che la quantità di materia normale trasformata in stelle nel corso del tempo dipende direttamente dalla densità di energia oscura. Secondo i loro calcoli, l’efficienza massima nella produzione di stelle si avrebbe con un 27% di materia trasformata in stelle, mentre nel nostro universo questo valore è di circa 23%. Questo potrebbe voler dire che il nostro cosmo è un po’ un’eccezione rispetto ad altri universi ipotetici in un contesto multiversale.

Equazione di Drake (NASA Science foto) – wwwaerospacecue.it

Un nuovo modo di stimare le civiltà extraterrestri

Ma la storia non finisce qui. L’espansione dell’universo, guidata dall’energia oscura, ha effetti anche sulla struttura del cosmo nel lungo periodo. Galassie e ammassi di galassie si allontanano sempre di più, il che potrebbe rendere più difficile la formazione di sistemi stellari stabili, un elemento cruciale per la nascita della vita. Però, secondo questo studio, esiste una sorta di equilibrio naturale tra l’espansione dell’universo e la formazione delle strutture cosmiche, e questo potrebbe avere un impatto diretto sulla probabilità che emergano civiltà intelligenti.

I ricercatori suggeriscono che tutto questo potrebbe richiedere una nuova revisione dell’Equazione di Drake, inserendo un parametro dedicato all’energia oscura. Se questa ipotesi fosse corretta, la possibilità di trovare vita aliena non dipenderebbe solo da fattori biologici e chimici, ma anche da come l’universo si espande nel tempo. Insomma, il fatto che esistiamo potrebbe essere il risultato di una combinazione di circostanze cosmologiche molto più particolari di quanto pensassimo.

Published by
Furio Lucchesi