Primo Piano

Galileo Galilei, 461 anni fa nasceva il genio che ha rivoluzionato la scienza

Galileo Galilei è forse uno dei più importanti scienziati al mondo. Senza di lui, probabilmente, non esisterebbe la scienza moderna.

Ci sono persone che nascono per lasciare un segno indelebile nella storia, e Galileo Galilei è senza dubbio una di queste. Un tipo curioso, testardo e incredibilmente geniale, che ha avuto il coraggio di guardare il cielo e dire: “Eppure si muove” (anche se la frase gli venne attribuita negli anni successivi). Già, perché ai suoi tempi mettere in discussione certe “certezze” significava mettersi nei guai. Eppure, eccoci qui, dopo più di quattro secoli, ancora a parlare di lui.

Galileo non è solo uno dei più grandi scienziati della storia, ma è anche l’uomo che ha scombussolato gli schemi medievali e ha aperto la strada alla scienza moderna. Nato a Pisa il 15 febbraio 1564, in un’epoca in cui il mondo era ancora legato a vecchie convinzioni, ha avuto il coraggio di sfidare il dogma con la forza dell’osservazione e della logica. E non si è limitato solo all’astronomia: il suo lavoro sulla fisica, sul moto e sulla matematica ha influenzato intere generazioni di studiosi.

Ma non pensate a lui come a un vecchio barbuto chiuso in un laboratorio polveroso. Galileo era un uomo brillante e carismatico, con un certo talento nel mettere in difficoltà i suoi avversari. Amava insegnare, discutere, provocare.

Non era uno che si accontentava di accettare le cose così come gli venivano raccontate, doveva vedere con i suoi occhi, toccare con mano. E se qualcosa non gli tornava, metteva alla prova le teorie, facendo esperimenti che oggi consideriamo banali, ma che all’epoca erano rivoluzionari.

Un “ribelle” con un telescopio

Da bambino, Galileo non sembrava destinato a diventare uno scienziato. Suo padre, Vincenzo, voleva che studiasse medicina. Del resto, era una carriera sicura, ben pagata, rispettata. Ma lui niente, testardo come pochi. Si innamora della matematica e della fisica, e non c’è verso di fargli cambiare idea. Abbandona la facoltà di medicina e si butta a capofitto nello studio dei numeri e del moto degli oggetti. A Pisa, dove studia e poi insegna, inizia a mettere in discussione le vecchie teorie aristoteliche

Una delle sue idee più famose? La legge della caduta dei gravi. Secondo Aristotele, un oggetto più pesante cade più velocemente di uno leggero. Galileo, invece, ha il sospetto che non sia così e decide di testarlo con un esperimento leggendario: lascia cadere due sfere di peso diverso dalla Torre di Pisa. Entrambe toccano terra nello stesso momento. Questo esperimento ha dato inizio alla scienza sperimentale. Ma il colpo di genio arriva nel 1609, quando sente parlare di un’invenzione olandese: il cannocchiale. Galileo non solo ne costruisce uno da sé, ma lo migliora, portandone l’ingrandimento a livelli mai visti prima. E lo punta verso il cielo. Quello che scopre cambia tutto: la Luna ha crateri, Venere ha delle fasi come la nostra, Giove ha quattro lune che gli girano attorno. Il sistema copernicano, con il Sole al centro, inizia a diventare sempre più credibile. Pubblica tutto nel suo “Sidereus Nuncius”, e la sua fama esplode. Ma non tutti sono felici delle sue scoperte.

Illustrazione di una parte del Sidereus Nuncius (Wikipedia FOTO) – www.aerospacecue.it

Processo e condanna di un genio

Dopo le sue prime scoperte, si convince sempre di più che Copernico aveva ragione: è il Sole a stare fermo, mentre la Terra si muove. E vuole che tutti lo sappiano. Ma nel 1616 arriva il primo avvertimento dalla Chiesa, in quanto la nuova teoria non è conforme ai loro dogmi. Galileo fa finta di accettare, ma sotto sotto continua a lavorare. Nel 1632 pubblica il “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”, un libro scritto come una conversazione tra tre personaggi: uno che difende il sistema copernicano, uno neutrale e uno (Simplicio) che sostiene il modello aristotelico-geocentrico. Il problema? Simplicio sembra un po’ “strano”, e molti ci vedono una presa in giro del Papa. Risultato: Galileo finisce davanti all’Inquisizione.

Il processo è una farsa. Galileo viene costretto a rinnegare le sue idee per evitare guai peggiori. Fatto sta che viene condannato agli arresti domiciliari a vita. Passa gli ultimi anni nella sua casa ad Arcetri, cieco e malato, ma non smette di studiare. Nel 1638 pubblica un altro libro, “Discorsi e dimostrazioni matematiche sopra due nuove scienze”, che getta le basi della fisica moderna. Muore nel 1642, ma la sua storia non finisce lì. La Chiesa impiegherà più di 350 anni per riconoscere ufficialmente il suo errore: solo nel 1992 Papa Giovanni Paolo II dichiarerà chiuso il “caso Galileo”, ammettendo che l’Inquisizione aveva sbagliato.