Quipu, gli scienziati hanno trovato la cosa più grande dell’universo | Sono ancora sbalorditi dalle sue dimensioni: distrutta prima di decifrarla
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Ammasso di galassie (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Una scoperta sbalorditiva; mai nessun oggetto aveva presentato tale massa e dimensioni. Ecco cos’è ‘Quipu’
Nel corso della storia, gli esperti sono venuti a conoscenza di strutture possedenti dimensioni colossali proprio all’interno del nostro Universo, alcuni dei quali si presentavano come mura imponenti, costituiti da galassie, quasar e non solo.
Ne è un esempio la Grande Muraglia BOSS, superammasso galattico presentante un diametro pari ad oltre 1 miliardo di anni luce, composto da 830 galassie tra loro separate. Nel suo complesso è costituito da una massa stimata superiore di circa 10.000 volte maggiore rispetto alla Via Lattea.
Ugualmente importante è lo Huge-LQG, in precedenza noto per possedere il primato di oggetto maggiormente esteso mai rinvenuto nell’intero Universo, costituito da un gruppo di quasar che nella parte più lunga raggiunge un’ampiezza pari a circa 4 miliardi di anni luce.
Ma negli ultimi tempi ad essere finita sotto gli occhi degli esperti è un oggetto contraddistinto da dimensioni mai nemmeno immaginate prima d’ora, che potrebbe fornire informazioni determinanti in merito all’espansione e alla reale vastità dell’Universo.
Una rilevazione senza precedenti
La recente scoperta effettuata dagli astronomi ha davvero dell’incredibile. Stiamo parlando di una struttura caratterizzata da dimensioni mastodontiche, nota come Quipu, capace davvero di smontare tutte le informazioni e le conoscenze acquisite nel corso di studi pluriennali in riferimento agli ipotetici confini del nostro Universo. Quipu rappresenta, infatti, la luce di estensione più grande mai scoperta.
Ma la scelta di questo nome da cosa deriva? Si tratta di un sistema di nodi e cordicelle, utilizzato dai popoli – c’è chi lo attribuisce agli Inca e chi sostiene sia stato inventato ancora prima – che nell’antichità abitavano l’area del Sud America odiernamente corrispondente al Perù per effettuare calcoli matematici. Parliamo di una superstruttura cosmica presentante circa 200 quadrilioni di masse solari e contenente al suo interno ammassi e superammassi galattici. A riportare la notizia è ScienceAlert.
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Come è stato possibile analizzarla?
L’analisi della superstruttura è da attribuire al gruppo di scienziati del Max Planck Institute di Monaco di Baviera, coordinati da Hans Bohringer. La stessa è stata effettuata mediante l’emissione da ammassi galattici di raggi X, in modo tale da tracciare la rete cosmica di connessione tra l’Universo e la materia. Quanto emerso è davvero singolare: si stima, infatti, che nel corso dei prossimi miliardi di anni le superstrutture finiranno per frammentarsi in gruppi più piccoli costituiti da un minor quantitativo di massa e dimensioni.
Che l’Universo stia mantenendo un ritmo d’espansione estremamente veloce è ormai appurato, ma la recente scoperta di Quipu e di altre superstrutture ‘gemelle’ permetterà realmente di approfondire l’influenza delle stesse sulla radiazione cosmica di fondo, attraverso l’effetto Sachs-Wolfe integrato, in grado, per l’appunto, di generare distorsioni capaci di mutare drasticamente anche la percezione e le stime umane in relazione alla velocità d’espansione universale.