Buchi neri, questa scoperta non lascia spazio a dubbi | “Fino ad ora abbiamo sempre sbagliato: la loro velocità non è questa”
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Illustrazione di un buco nero supermassiccio (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Nuova scoperta sconvolge le teorie sulla velocità dei buchi neri: la novità proviene da quelli più antichi.
I buchi neri sono tra gli oggetti più misteriosi dell’universo. Affascinano da sempre scienziati e appassionati di astronomia, perché sembrano sfidare ogni legge della fisica conosciuta. Studiarli è come scrutare l’ignoto: dentro di loro il tempo e lo spazio si distorcono, creando fenomeni che ancora oggi ci lasciano senza risposte certe.
E più li osserviamo, più emergono dettagli che mettono in discussione tutto quello che pensavamo di sapere. Uno degli aspetti più curiosi riguarda la velocità di rotazione di questi giganti cosmici. Secondo le teorie più accreditate, la loro velocità dipende dal modo in cui crescono.
Alcuni nascono dalla fusione di buchi neri più piccoli, altri si ingrandiscono inglobando materia dal loro disco di accrescimento. Fin qui tutto chiaro, no? Il problema è che queste ipotesi si basano su modelli teorici, non su misurazioni dirette su scale temporali immense. Ma ora le cose potrebbero cambiare.
Grazie ai progressi della tecnologia astronomica, oggi possiamo osservare buchi neri lontanissimi nel tempo e capire meglio come si sono evoluti. Strumenti sempre più sofisticati permettono di misurare la loro massa e il loro spin con una precisione impensabile fino a pochi decenni fa. E proprio grazie a queste osservazioni recenti, è emerso qualcosa di davvero sorprendente.
La scoperta che cambia le carte in tavola
Secondo i modelli tradizionali, la velocità di rotazione di un buco nero supermassiccio dovrebbe essere influenzata dal modo in cui cresce. Se il processo avviene attraverso fusioni, la rotazione dovrebbe essere relativamente moderata, perché le collisioni tra galassie mescolano casualmente l’orientamento degli oggetti coinvolti. Se invece l’accrescimento avviene in maniera più graduale, catturando gas e polveri, allora la velocità può aumentare notevolmente. Peccato che una recente scoperta stia mettendo tutto in discussione.
Un gruppo di ricercatori ha analizzato la rotazione dei buchi neri supermassicci utilizzando i dati dello Sloan Digital Sky Survey (SDSS). Studiando oggetti risalenti a 7 miliardi di anni fa, hanno trovato qualcosa di davvero inaspettato: questi colossi cosmici ruotano a velocità molto più elevate del previsto. E questa è una notizia bomba per l’astrofisica.
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Qualcosa non torna nei calcoli
Logan Fries, dell’Università del Connecticut, ha spiegato che i dati raccolti mostrano un pattern che non si spiega con le attuali teorie. I buchi neri antichi sembrano girare troppo velocemente per essere semplicemente il risultato di fusioni tra galassie. Questo significa che deve esistere un meccanismo diverso, ancora sconosciuto, che accelera la loro rotazione nel tempo. E se fosse un processo che continua per miliardi di anni?
Jonathan Trump, anche lui del team di ricerca, sottolinea quanto sia complicato misurare con precisione la velocità di rotazione di un buco nero. Separare il movimento del disco di accrescimento da quello dell’orizzonte degli eventi è un’impresa tecnica enorme, ma i dati parlano chiaro: abbiamo sempre sbagliato i calcoli sulla loro velocità. E adesso, gli scienziati dovranno rivedere molti dei modelli su cui si basano le attuali teorie.