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La formazione di Plutone e Caronte potrebbe essere parallela a quella del sistema Terra-Luna.

Questa scoperta è molto interessante in quanto si tratta di una dinamica simile al sistema Terra-Luna. Cos’è successo?

L’universo è pieno di “misteri” e il sistema Plutone-Caronte non fa eccezione. Questo duo cosmico, situato ai confini del nostro Sistema Solare, ha sempre affascinato gli astronomi. E non solo per la sua bellezza, ma anche per le sue peculiarità. Plutone e Caronte, infatti, formano un sistema binario unico, dove la luna è una parte significativa del corpo principale. È come se avessimo una mini Terra-Luna, ma a una scala completamente diversa!

Da una recente pubblicazione, è emersa una nuova teoria sulla formazione di questo sistema binario, pubblicata su Nature Geoscience. Questa teoria, che ricorda il modello della formazione della Luna, suggerisce che un gigantesco impatto sia stato all’origine di Plutone-Caronte. Un impatto così potente da aver plasmato la storia di questi due corpi celesti e, forse, da aver contribuito alla nascita dell’attività geologica di Plutone e all’eventuale presenza di un oceano sotterraneo.

La teoria, proposta da un team di scienziati, si basa su un nuovo modello di collisione che tiene conto delle proprietà strutturali di roccia e ghiaccio. Questo nuovo approccio, rispetto ai modelli precedenti, offre una prospettiva più realistica sulla formazione di sistemi binari. Il modello, chiamato “kiss-and-capture”, ipotizza che Proto-Caronte abbia colpito Proto-Plutone, ma che i due corpi siano rimasti uniti in una forma simile a un pupazzo di neve, senza fondersi completamente.

Questo modello è diverso dai classici scenari di collisione, come il “hit-and-run” (dove l’impattatore rimbalza e se ne va) o il “graze-and-merge” (dove i corpi si fondono completamente). Nel caso di Pluto-Caronte, il sistema ha mantenuto una struttura solida senza perdere molto materiale, il che è piuttosto interessante!

Il modello della collisione

Il modello “kiss-and-capture” è affascinante perché spiega diverse caratteristiche del sistema Pluto-Caronte. Plutone è più grande e roccioso, mentre Caronte è una sorta di mix, con il 50% di roccia e il 50% di ghiaccio. Questo sistema ha conservato le sue strutture interne antiche, essendo nato nella Fascia di Kuiper.

L’impatto che ha creato Caronte potrebbe aver generato anche le quattro lune minori irregolari di Plutone: Stige, Notte, Cerbero e Idra. Inoltre, inizialmente Caronte era legato gravitazionalmente a Plutone. Ma le forze mareali lo hanno separato, portandolo a un’orbita più ampia e quasi circolare.

Illustrazione di Caronte (Wikipedia NASA via New Horizons FOTO) – www.aerospacecue.it

Implicazioni geologiche e astrobiologiche

Questo nuovo modello potrebbe spiegare l’attività geologica attuale di Plutone, nonostante la sua distanza dal Sole. Il calore generato dall’impatto e dalle forze mareali potrebbe aver mantenuto un oceano sotterraneo liquido. E non è tutto: ci sono anche possibili impatti su altri corpi della Fascia di Kuiper. Infatti, 8 dei 10 più grandi oggetti della Fascia hanno dimensioni simili a quelle di Plutone e Caronte, il che suggerisce che potrebbero essersi formati con processi simili.

Questa nuova teoria rappresenta un paradigma per la formazione di sistemi binari nella Fascia di Kuiper. Supporta l’idea che Plutone possa avere un oceano sotterraneo, sfidando le aspettative sulle condizioni termiche ai confini del Sistema Solare. I futuri studi potranno confermare questo modello, simulando impatti su altri corpi transnettuniani. E chi lo sa? Le missioni spaziali future potrebbero cercare prove della presenza di un oceano sotto la crosta ghiacciata di Plutone.