Spazio, scienziati su tutte le furie | “Di questo passo non potremo più studiare l’Universo: ci mancava solo la pubblicità”
![Satelliti nello spazio (Pixabay foto)](https://www.aerospacecue.it/wp-content/uploads/2025/02/Satelliti-nello-spazio-Pixabay-foto-1024x592.jpg)
Satelliti nello spazio (Pixabay foto) - www.aerospacecue.it
Gli astronomi lanciano l’allarme: nuove particolari minacce rischiano di compromettere l’osservazione del cosmo.
Guardare il cielo di notte è un’esperienza che ha affascinato l’umanità fin dall’alba dei tempi. Dai primi astronomi che tracciavano costellazioni sulle tavolette d’argilla ai moderni telescopi che scrutano le profondità dell’Universo, il cosmo è sempre stato una finestra sull’ignoto. Oggi, grazie a strumenti sofisticati, riusciamo a vedere più lontano che mai, scoprendo galassie lontane, pianeti sconosciuti e misteri ancora tutti da decifrare.
Ma non è tutto oro quello che luccica. Il progresso tecnologico ha portato con sé una sfida inaspettata: un cielo sempre più affollato. Negli ultimi anni, il numero di satelliti in orbita è esploso, e questo sta creando grossi grattacapi agli astronomi. Strisce luminose artificiali attraversano il buio della notte, lasciando dietro di sé un problema sempre più evidente.
La faccenda non riguarda solo il disturbo visivo. C’è un altro aspetto, meno noto ma ancora più preoccupante: l’inquinamento luminoso spaziale. I ricercatori stanno iniziando a rendersi conto che l’accumulo di queste interferenze potrebbe rendere molto più complicata la raccolta di dati affidabili. Se già sulla Terra le città hanno reso quasi impossibile vedere la Via Lattea, ora il rischio è che anche dallo spazio le osservazioni diventino un’impresa titanica.
Il punto è che chi studia l’Universo ha bisogno di un cielo il più “pulito” possibile. Ma mentre gli scienziati cercano di convincere governi e istituzioni a fare qualcosa per limitare l’inquinamento spaziale, una nuova minaccia sta facendo discutere. E questa volta sembra uscita direttamente da un film di fantascienza.
Pubblicità dallo spazio? Gli scienziati dicono no
Negli ultimi mesi, alcune aziende private hanno avuto un’idea che a molti è sembrata a dir poco assurda: usare lo spazio come se fosse un gigantesco cartellone pubblicitario. Letteralmente. Ci sono progetti in fase di sviluppo che prevedono il lancio di satelliti speciali, pensati per riflettere messaggi visibili a occhio nudo dalla Terra. Gli astronomi non l’hanno presa bene. L’American Astronomical Society (AAS) ha chiesto un divieto internazionale contro questa pratica, avvertendo che potrebbe avere conseguenze devastanti sulla ricerca.
La situazione è diventata ancora più delicata dopo che la compagnia Avant-Space Systems LLC, con sede in Russia, ha annunciato di aver già testato un satellite pubblicitario. Un prototipo esiste già. Il problema è che questa nuova trovata si aggiunge a una lista di difficoltà che gli scienziati stanno già affrontando. Tra costellazioni di satelliti, Starlink e detriti spaziali, il rischio di un vero e proprio caos orbitale è sempre più concreto. Se a tutto questo si aggiungono enormi scritte pubblicitarie luminose nel cielo, il futuro dell’astronomia potrebbe essere seriamente compromesso.
![Rete di satelliti (Depositphotos foto)](https://www.aerospacecue.it/wp-content/uploads/2025/02/Rete-di-satelliti-Depositphotos-foto.jpg)
Una battaglia tra scienza e interessi commerciali
Oltre a essere un problema per la ricerca, la pubblicità spaziale solleva anche questioni legali. L’Articolo I del Trattato sullo Spazio Extra-atmosferico (OST) afferma che lo spazio è un bene comune e che l’astronomia è un’attività legittima. L’Articolo IX, invece, proibisce attività che possano causare interferenze dannose con l’esplorazione pacifica dello spazio. Secondo gli esperti, la pubblicità orbitale viola entrambi i principi.
Negli Stati Uniti è già stata approvata una legge che vieta il lancio di satelliti pubblicitari dal proprio territorio, ma questo non basta. L’AAS sta spingendo affinché le Nazioni Unite intervengano, chiedendo al comitato UN-COPUOS di stabilire un divieto globale. La speranza è che il cielo rimanga uno spazio per la scienza, e non l’ennesima piattaforma per vendere prodotti.