Questa nuova scoperta è rivoluzionaria in quanto ci permetterebbe di capire qualcosa di più su Cerere, e sull’acqua extraterrestre.
La ricerca della vita e dell’acqua su altri pianeti, o comunque su altri corpi celesti, è un tema caldissimo in quanto ci permetterebbe di capire se siamo “soli” nell’universo, ma anche di capire come si sia formata l’acqua e la vita sul nostro pianeta.
Questa volta parliamo di Cerere, quel pianeta nano che si trova nella fascia principale degli asteroidi. È un posto davvero affascinante! Tra le sue meraviglie, c’è il cratere Consus, che ha un diametro di ben 64 km e si stima sia uno dei più antichi, con circa 450 milioni di anni di storia. Immagina quante cose ha visto in tutto questo tempo!
Una delle cose più interessanti di questo cratere è la sua varietà di litologie colorate. Tra queste, ci sono materiali chiari che si pensa siano residui di salamoie.
È come se Cerere avesse una storia da raccontare attraverso i suoi colori! Per studiare tutto ciò, i ricercatori hanno utilizzato dati della sonda Dawn, che ha catturato immagini con la sua Framing Camera e ha analizzato i dati infrarossi tramite lo spettrometro VIR.
Il cratere Consus è un vero e proprio laboratorio geologico. Mostra diversi tipi di materiali chiari, ognuno con caratteristiche spettrali uniche. Tra questi, c’è un materiale giallastro, chiamato yBM, che presenta firme spettrali coerenti con smectiti arricchite in ammonio. Ma da dove viene questo ammonio? Potrebbe derivare da salamoie che risalgono da un antico oceano di brina sotto la crosta di Cerere. È affascinante pensare che ci possa essere stata acqua in forma di brina sotto la superficie!
Inoltre, le smectiti hanno la capacità di assorbire ioni ammonio (NH4⁺) dalle salamoie nel sottosuolo. Se questo processo di arricchimento è stato globale e prolungato, potrebbe spiegare perché l’ammonio è così diffuso su Cerere, senza dover pensare a un’origine esterna dal Sistema Solare. È come se Cerere avesse trovato un modo tutto suo per mantenere la diversità chimica!
Le aree più antiche nel nord del cratere sono composte da materiali di fondo mescolati, mentre le zone centrali e meridionali contengono materiali più chiari. Questi materiali chiari sembrano essere stati scavati da impatti successivi, suggerendo che ci fosse una stratificazione preesistente. Ad esempio, il picco di riflettanza a 0,56 μm nei materiali chiari potrebbe indicare la presenza di saponite, una smectite comune su Cerere. Ma non è tutto! L’assorbimento a 3,1 μm nel materiale yBM è il più forte osservato a Consus, suggerendo una forte presenza di fasi ammoniate.
Inoltre, la presenza di carbonati di Ca-Mg rafforza l’ipotesi che questi materiali derivino dalle salamoie. L’interazione tra salamoie ricche di NH4 e silicati della crosta potrebbe spiegare la chimica osservata. Infine, gli scienziati ipotizzano che Cerere potrebbe aver avuto un oceano globale tra il mantello e la crosta. Durante la sua evoluzione, l’ammoniaca (NH3) è stata estratta dagli asteroidi primitivi, e il calore iniziale ha portato alla formazione di brine arricchite in ammonio. Questo spiegherebbe la presenza diffusa di silicati ammoniati, senza dover pensare a un’origine esterna.