Alieni, andiamo sempre più alla loro ricerca, ma non sappiamo che pesci prendere | A loro, in vece, per rintracciarci basta solo un secondo
![Rappresentazione di due alieni che osservano la Terra (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it](https://www.aerospacecue.it/wp-content/uploads/2025/02/Rappresentazione-di-due-alieni-che-osservano-la-Terra-Depositphotos-foto-www.aerospacecue.it_-1024x592.jpg)
Rappresentazione di due alieni che osservano la Terra (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Stiamo cercando gli alieni da tantissimo tempo, ma loro potrebbero averci già trovato in un istante: ecco perché.
L’idea di non essere soli nell’universo ci affascina da sempre. Ci chiediamo da secoli se, da qualche parte là fuori, esistano altre forme di vita intelligenti. E non solo per pura curiosità: sapere di non essere unici cambierebbe tutto. Negli ultimi decenni, grazie ai progressi della tecnologia, la ricerca di vita extraterrestre è diventata una cosa seria, con scienziati e telescopi sempre più potenti impegnati a scrutare lo spazio.
Il problema, però, è che non sappiamo bene cosa cercare. Abbiamo mandato sonde, trasmesso segnali radio, cercato pianeti simili alla Terra, ma senza risultati concreti. E se invece fossimo già stati trovati? Magari gli alieni hanno strumenti molto più avanzati e potrebbero averci individuato da tempo, mentre noi continuiamo a brancolare nel buio.
Gli scienziati parlano spesso di “tecnosignature”, cioè segnali artificiali che potrebbero rivelare la presenza di una civiltà avanzata. L’idea è che, se noi cerchiamo queste tracce nello spazio, anche gli alieni potrebbero farlo con noi.
Quindi la vera domanda non è tanto se riusciremo a trovarli, ma se loro non ci abbiano già trovati per primi. E qui arriva la parte interessante: quali sono i segnali che potrebbero tradirci? Quanto lontano nello spazio si può percepire la nostra esistenza? La risposta potrebbe sorprenderti.
I segnali che ci rendono visibili
Secondo gli esperti del SETI Institute, esistono almeno 12 indizi che potrebbero segnalare la nostra presenza a eventuali osservatori alieni. E il più evidente è il radar planetario: un segnale radio incredibilmente potente che può viaggiare fino a 12.000 anni luce di distanza. In pratica, è come se stessimo gridando nello spazio senza nemmeno rendercene conto.
Il radar planetario funziona così: spariamo un fascio di onde radio nello spazio e aspettiamo che rimbalzi su qualche oggetto, come un asteroide o un pianeta. È una tecnologia utilissima per esplorare il cosmo, ma allo stesso tempo ci rende facili da individuare per chiunque abbia strumenti abbastanza sofisticati. Ma il radar non è l’unico segnale che ci tradisce.
![Satellite (Depositphotos foto)](https://www.aerospacecue.it/wp-content/uploads/2025/02/Satellite-Depositphotos-foto.jpg)
La Terra sotto i riflettori spaziali
Ci sono altri segni della nostra esistenza, come le emissioni di diossido di azoto (un gas prodotto dalle attività industriali), che potrebbero essere rilevabili da lontano. In futuro, telescopi avanzati come il Habitable Worlds Observatory saranno in grado di individuare questi gas su pianeti alieni… il che significa che qualcuno potrebbe già aver fatto lo stesso con la Terra.
E poi ci sono cose ancora più ovvie: le luci delle città, il calore prodotto dai centri urbani, e perfino i satelliti artificiali che orbitano attorno al nostro pianeta. Tutti elementi che, visti da lontano, potrebbero essere il segnale inequivocabile che qui, sulla Terra, c’è vita intelligente. O almeno, così ci piace pensare.