Home » Luna, è l’Italia ad essere in prima linea | Grazie ai nostri ricercatori si potrà vivere sul nostro satellite

Luna, è l’Italia ad essere in prima linea | Grazie ai nostri ricercatori si potrà vivere sul nostro satellite

Astronauti sulla Luna (Depositphotos foto)

Astronauti sulla Luna (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Grazie ai nostri ricercatori, presto vivere sul nostro satellite non sarà più fantascienza: un orgoglio nazionale. 

Lo spazio ci ha sempre fatto sognare. Fin da quando l’uomo ha messo piede sulla Luna, l’idea di tornarci – o meglio, di restarci – è rimasta nell’aria. Ma oggi non si parla più solo di sogni o di film di fantascienza: l’idea di stabilire una presenza umana stabile sul nostro satellite sta diventando un progetto concreto. Le sfide? Tante. Ma le opportunità sono ancora di più.

Immagina cosa significhi vivere sulla Luna. Non è solo questione di costruire una base e piantare una bandiera. Serve portare lì su tutto il necessario: cibo, acqua, aria, strumenti per fare esperimenti e persino i mezzi per muoversi in quel paesaggio alieno. E tutto questo deve funzionare in un ambiente dove le condizioni sono, diciamo, tutt’altro che accoglienti.

A rendere possibile tutto questo non sono solo le agenzie spaziali, ma anche le aziende private che, con le loro innovazioni, stanno rivoluzionando il settore. La collaborazione tra pubblico e privato è diventata la chiave per affrontare queste missioni. E qui entra in gioco l’Europa, che non vuole restare indietro nella corsa allo spazio.

Tra i Paesi europei, l’Italia si sta facendo notare più di tutti. Le nostre competenze tecnologiche e scientifiche ci hanno portato ad avere un ruolo di primo piano in progetti spaziali che, fino a qualche anno fa, sembravano roba da film.

Un passo gigante per l’esplorazione lunare

La conferma del ruolo centrale dell’Italia arriva dal nuovo incarico affidato a Thales Alenia Space, la joint venture tra Thales (francese, al 67%) e Leonardo (italiana, al 33%). L’Agenzia Spaziale Europea ha deciso di investire 862 milioni di euro per costruire il primo lander lunare europeo, chiamato Argonaut Lunar Descent Element. In pratica, sarà il veicolo che trasporterà tutto ciò di cui gli astronauti avranno bisogno per vivere e lavorare sulla Luna.

Il piano è questo: il lander verrà consegnato entro il 2030 e, dal 2031, inizieranno i lanci regolari verso il nostro satellite. Ma non si tratta di un semplice “taxi spaziale”: l’Argonaut porterà strumenti scientifici, rover, attrezzature e, cosa ancora più importante, le risorse vitali come acqua e aria. E la cosa più incredibile? La navicella potrà resistere sulla Luna per cinque anni. Un dettaglio che fa tutta la differenza, perché rende possibile la permanenza prolungata degli astronauti.

Lander lunare (ESA foto)
Lander lunare (ESA foto) – www.aerospacecue.it

L’Italia guida l’esplorazione spaziale europea

Il bello è che la divisione italiana di Thales Alenia Space non sarà solo un partecipante, ma il principale responsabile del progetto. Gli ingegneri italiani si occuperanno della parte più delicata: il sistema di discesa e atterraggio del lander, oltre ai componenti termomeccanici, avionici e al software. Un bel biglietto da visita per il nostro Paese nel panorama dell’esplorazione spaziale internazionale.

Giampiero Di Paolo, CEO della divisione italiana, ha detto: «Abbiamo investito tanto nello sviluppo della tecnologia necessaria per aiutare l’Europa a raggiungere i suoi obiettivi nello spazio». Non si tratta solo della Luna: questo progetto è un trampolino di lancio anche per future missioni su Marte. E ancora una volta, l’Italia sarà in prima fila.