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Vulcani, sono super attivi anche nello Spazio | Scienziati spaventati da questa eruzione: “È stata terrificante sulla Luna”

Eruzione vulcanica (Depositphotos)

Eruzione vulcanica (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

La recente mega eruzione che ha riguardato il satellite ha accresciuto l’allarme degli esperti. Non si era mai verificata una simile attività vulcanica

Un vulcano viene classificato ‘in attività‘ se è interessato de eruzioni costanti o occasionali, emissioni di nubi di gas, esplosioni o più in generale qualunque tipo di fenomeno vulcanico. Nel nostro pianeta ci sono svariate decine di vulcani attivi, meritevoli di un monitoraggio costante e di un’attenta valutazione dei rischi.

E’ stato a più riprese confermato come i fenomeni vulcanici abbiano contribuito significativamente a modificare l’aspetto e le caratteristiche della superficie terrestre, comportando mutamenti anche per quanto riguarda lo sviluppo degli esseri viventi. Gli effetti derivanti da questi eventi, tuttavia, non sono relegati unicamente alla Terra.

Avete presente quando durante l’osservazione della superficie degli altri pianeti che compongono il Sistema Solare ci imbattiamo nei crateri? Questi non sono altro che il prodotto di eruzioni vulcaniche che si sono verificate nel corso di milioni di anni, un segno concreto e tangibile dei loro effetti.

Ad essere maggiormente interessati da fenomeni vulcanici nel corso della storia sono stati, ad esempio, Marte e Mercurio, per non parlare dei satelliti che gravitano attorno ai principali corpi. E’ il caso della Luna, satellite proprio della nostra Terra, dove varie missioni condotte dalla NASA hanno permesso di individuare oltre 70 regioni caratterizzate da depositi vulcanici.

Mai visto un simile evento prima d’ora

Il recente svolgimento della missione spaziale Juno, intrapresa dalla NASA, ha permesso la scoperta di un’attività vulcanica senza precedenti nel nostro Sistema Solare, la più intensa mai registrata nella storia. La sonda inviata ha evidenziato come una zona caratterizzata da una superficie pari a circa 100.000 km quadrati sia stata interessata da un’eruzione, stracciando il precedente primato di 20.000 km quadrati, relativo ad un episodio avvenuto sullo stesso satellite.

Ulteriori rilevazioni sono state fornite dall’utilizzo dello JIRAM, uno strumento fornito dall’Agenzia Spaziale Italiana che ha scovato come anche la temperatura conseguita al fenomeno abbia raggiunto picchi ai quali non era stato nemmeno possibile avvicinarsi in precedenza; l’energia termica rilasciata possedeva una temperatura superiore agli 80 trilioni di wat. Scott Bolton, del Southwest Research Institute, coordinatore della missione Juno, ha affermato come gli elementi osservati superino di gran lunga le iniziali aspettative, ritenendo notevole la possibilità di aver catturato il maggior evento energetico mai registrato sul satellite.

Il satellite soggetto all'eruzione (NASA)
Il satellite soggetto all’eruzione (NASA foto) – www.aerospacecue.it

Previsti nuovi approfondimenti in merito all’attività vulcanica

Il corpo si è da sempre contraddistinto per il suo intenso vulcanismo. Stiamo parlando della luna gioviana Io, dove lo scorso 27 dicembre 2024 l’osservazione mediante la sonda NASA ha portato alla luce questo fenomeno senza precedenti ne pari. Il motivo per cui Io sia già celebre tra gli esperti per via della sua costante attività vulcanica è da ricercare nella sua orbita ellittica, che genera un continuo mutamento nella distanza tra il satellite e il Pianeta, sottoponendo Io a forze gravitazionali comportanti la generazione di calore per attrito all’interno della Luna, la cui naturale manifestazione avviene mediante l’eruzione dei circa 400 crateri presenti sulla sua superficie.

La manifestazione vulcanica è stata capace addirittura di saturare i rilevatori dello strumento JIRAM (il cui acronimo sta per Jovian Infrared Auroral Mappe), che tra l’altro era stato costruito proprio per effettuare studi più approfonditi relativi all’atmosfera gioviana. La cattura delle immagini raffiguranti l’istante dell’eruzione è stata possibile grazie alla JunoCam. Per mezzo di tali istantanee vari esperti sono riusciti a comprendere maggiori informazioni riguardanti lo straordinario evento; tra questi Alessandro Mura dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Roma ha ipotizzato come possa essersi trattato di eruzioni simultanee di più crateri localizzati in siti ravvicinati. L’intenzione degli studiosi è di proseguire con ulteriori e più approfonditi esami riguardanti non solo Io, ma tutti i satelliti che gravitano attorno a Giove. Il prossimo sorvolamento è previsto per il prossimo 3 marzo, come annunciato dalla NASA.