Collisione mortale a Washington: l’eccessiva congestione aerea sotto accusa
Traffico aereo fuori controllo a Washington: il sovraccarico dei cieli sotto accusa dopo la terribile tragedia.
Non è certo una novità che lo spazio aereo sopra Washington D.C. sia un vero e proprio ingorgo. La capitale americana non è solo il centro del potere politico, ma anche uno dei cieli più trafficati del Paese. Aerei di linea, voli privati e elicotteri militari si muovono continuamente in un’area relativamente ristretta, creando una situazione che richiede una coordinazione perfetta. Però, la crescita costante del traffico sta facendo emergere dubbi seri sulla sicurezza.
La Metropolitan Washington Airports Authority lo ripete da anni: gli aeroporti della zona sono saturi. Nonostante gli avvertimenti, il Congresso ha continuato a spingere per l’aumento dei voli, rispondendo alle richieste di senatori e deputati che vogliono voli diretti verso le loro città. Questo sovraccarico, combinato con la mancanza di controllori di volo – un problema aggravato dai blocchi del governo e dalla pandemia – sta mettendo a rischio l’intero sistema.
Peter DeFazio, ex presidente della Commissione Trasporti della Camera, è stato chiaro su questo punto. “Ogni senatore vuole il suo volo diretto,” ha detto, facendo riferimento al Ronald Reagan Washington National Airport. Nonostante l’aeroporto avesse detto chiaramente di non aggiungere altri voli, il Congresso ha deciso di farlo lo stesso, peggiorando una situazione già critica.
A complicare le cose, ci sono anche i numerosi voli militari che attraversano la zona. Missioni di addestramento e trasporti di personale militare si sovrappongono spesso ai voli civili, creando un traffico ancora più difficile da gestire. Secondo DeFazio, molte di queste operazioni potrebbero essere spostate a orari meno congestionati, tipo di notte. Però, sembra che la comodità abbia la meglio sulla sicurezza, con voli usati per scopi non proprio urgenti che continuano a riempire i cieli di D.C.
Una tragedia annunciata: lo schianto tra elicottero e aereo passeggeri
E poi è successo quello che molti temevano. Mercoledì sera, poco prima delle 21, un elicottero dell’esercito si è scontrato in volo con un aereo passeggeri della PSA Airlines. L’impatto è stato devastante: tutte le 67 persone a bordo dei due velivoli sono morte. L’incidente è avvenuto vicino al Ronald Reagan Washington National Airport, in un momento di traffico intenso. Le prime indagini dicono che l’elicottero non avrebbe risposto alle istruzioni del controllore di volo pochi istanti prima dello schianto.
Secondo quanto emerso finora, il controllore aveva dato istruzioni corrette sia all’aereo che all’elicottero. Il problema è che quest’ultimo non ha risposto, e non si sa ancora il perché. A complicare le cose, non c’era nessuna scatola nera a bordo del Black Hawk militare, il che rende più difficile capire cosa sia andato storto. Gli investigatori dovranno affidarsi alle registrazioni radio e analizzare attentamente il traffico aereo di quel momento.
Problemi strutturali dietro l’incidente
Ma il vero problema non è solo questo incidente. C’è qualcosa di più profondo. La carenza cronica di controllori di volo qualificati, dovuta a finanziamenti insufficienti e a politiche discutibili, ha lasciato il sistema fragile. Il blocco del governo nel 2019 ha chiuso l’Aviation Academy, interrompendo la formazione di nuovi controllori. Poi c’è stata la pandemia, che ha bloccato tutto per più di un anno. Questo ha portato a una carenza di personale che ora si fa sentire pesantemente.
Il problema della congestione aerea a Washington non è solo tecnico, ma anche politico. Il Congresso ha ignorato gli avvertimenti delle autorità aeroportuali, continuando ad aggiungere voli per motivi più legati alla comodità che alla necessità. L’incidente di mercoledì potrebbe essere il tragico campanello d’allarme che costringerà a ripensare la gestione del traffico aereo nella capitale. Ma, purtroppo, spesso serve una tragedia per far muovere le cose.