Sole, ormai sembra averci preso gusto a puntarci il dito | Questo COSO è rivolto verso di noi ed è grande 60 volte il nostro Pianeta
La NASA rivela un incredibile cambiamento riguardante il Sole. Sembrava averci preso gusto a puntarci il dito: cos’è rivolto verso noi.
Gli scienziati hanno rilevato un’enorme regione scura che si è aperta sulla superficie del Sole. Le immagini catturate dai sofisticati strumenti del telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA mostrano un fenomeno straordinario, che potrebbe avere ripercussioni anche sul nostro pianeta. Questo particolare evento ha attirato l’attenzione della comunità scientifica, poiché si tratta di un’area di ben 800.000 chilometri di diametro, equivalente a circa sessanta volte la dimensione della Terra.
L’eccezionale struttura sta rilasciando un intenso flusso di particelle cariche che si sta dirigendo verso il nostro pianeta. Secondo le previsioni degli esperti, il contatto con la magnetosfera terrestre potrebbe verificarsi entro il 31 gennaio, con possibili effetti sulla nostra atmosfera e sui sistemi di comunicazione satellitare. Tuttavia, l’intensità dell’evento sembra essere moderata e, per il momento, non destare particolari preoccupazioni.
Il fenomeno osservato prende il nome di buco coronale, una caratteristica ben nota agli astrofisici che studiano il comportamento del Sole. Queste aree si formano quando il campo magnetico della nostra stella si apre verso lo spazio interplanetario, permettendo al vento solare di fuoriuscire con maggiore intensità. Tali buchi possono variare notevolmente in dimensioni e durata, influenzando in modo diretto le condizioni spaziali attorno alla Terra.
Gli effetti sulla Terra potrebbero manifestarsi sotto forma di tempeste geomagnetiche di lieve entità, classificate come G1. Queste tempeste possono causare disturbi nei segnali radio ad alta frequenza e generare aurore boreali più intense del solito. Fortunatamente, a differenza delle espulsioni di massa coronale, i buchi coronali non scatenano tempeste solari di elevata potenza, rendendo improbabili danni significativi ai sistemi elettronici e alle reti elettriche.
Sole, l’origine ed il comportamento dei buchi coronali: cosa bisogna sapere
Le immagini catturate dai telescopi solari rivelano che i buchi coronali appaiono più scuri rispetto alle altre regioni della corona solare. Questo avviene perché la loro temperatura è più bassa e la densità del plasma in essi contenuta è inferiore rispetto alle aree circostanti. A causa della loro natura magnetica aperta, il plasma solare riesce a sfuggire più facilmente, dando origine a potenti flussi di vento solare.
Un dettaglio interessante riguarda la ciclicità dell’attività solare. Il Sole segue un ciclo di circa undici anni durante il quale la sua attività magnetica raggiunge un picco massimo, con un aumento delle macchie solari e delle eruzioni coronali. Proprio nel 2025, secondo gli esperti, il Sole dovrebbe raggiungere il massimo di questo ciclo, aumentando la probabilità di eventi simili nei prossimi mesi.
Gli impatti del vento solare sulla magnetosfera terrestre: cosa succede
Il vento solare emesso dai buchi coronali può influenzare il campo magnetico della Terra in diversi modi. Nei casi più estremi, questi eventi possono provocare interruzioni nelle comunicazioni satellitari e nelle reti GPS, oltre a disturbi alle reti elettriche nelle regioni più vicine ai poli. Tuttavia, il flusso attuale non sembra avere la potenza necessaria per causare problemi significativi.
Nonostante le turbolenze solari previste per il prossimo anno, il 27 gennaio si è verificato un evento curioso: il Sole ha temporaneamente perso tutte le sue macchie solari. Questo fenomeno insolito potrebbe suggerire una breve pausa nell’attività solare prima di una nuova intensificazione, segno che il nostro astro continua a sorprenderci con la sua imprevedibile dinamicità.