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Buchi neri, si comportano come noi | Quando si accomodano in tavola lo fanno sempre: altrimenti non mangiano

Illustrazione di un buco nero (Depositphotos foto)

Illustrazione di un buco nero (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

I buchi neri non divorano tutto subito: prima compiono un’azione particolare e molto simile ad una nostra abitudine. 

Quando si parla di buchi neri, l’immagine che viene in mente è quella di mostri cosmici che inghiottono tutto ciò che si avvicina troppo. Tipo aspirapolveri spaziali senza fondo. Ma la realtà è molto più affascinante (e complicata). Questi giganti dell’universo non sono solo dei divoratori insaziabili: il loro comportamento nasconde dei meccanismi sorprendenti, che gli scienziati stanno ancora cercando di decifrare.

In effetti, il modo in cui i buchi neri interagiscono con ciò che li circonda è cruciale per capire come si formano e si evolvono le galassie. Non sono solo dei semplici “mangiatori” di materia. Anzi, in certi casi sembrano quasi dei regolatori cosmici, che controllano quanta materia entra e quanta viene rispedita nello spazio. Un po’ come se avessero un certo “galateo” anche loro.

Grazie ai nuovi strumenti e telescopi super avanzati, gli astronomi stanno scoprendo dettagli sempre più incredibili. Dai raggi X alla luce visibile, ogni osservazione ci mostra un pezzo in più del puzzle. Alcune teorie vengono confermate, altre completamente ribaltate. È proprio questo che rende lo studio dell’universo così emozionante: non sai mai cosa troverai dietro l’angolo.

E poi c’è quella domanda che da sempre affascina chiunque: come fanno i buchi neri a gestire tutta quella materia? Non basta dire che attraggono tutto e basta. No, il modo in cui si “nutrono” è molto più sofisticato, e – incredibilmente – ha qualcosa in comune con gesti che facciamo anche noi, ogni giorno.

Quando i giganti dello spazio “soffiano” sul cibo

Secondo uno studio recente, i buchi neri supermassicci non si limitano a risucchiare la materia nello spazio circostante. No, fanno qualcosa di molto più curioso. Un po’ come quando soffiamo su una tazza di caffè troppo caldo prima di berla, anche loro sembrano “raffreddare” la materia prima di assorbirla. Sì, hai capito bene. Questa scoperta, pubblicata su Nature Astronomy il 27 gennaio 2025, arriva grazie alle osservazioni del telescopio spaziale Chandra della NASA e del Very Large Telescope.

Gli scienziati hanno analizzato sette ammassi di galassie e hanno notato che questi buchi neri espellono dei getti potentissimi di materia. Quando questi getti colpiscono il gas caldo tra le galassie, creano enormi cavità e filamenti di gas più freddo. Ed è proprio questo gas raffreddato che poi cade di nuovo verso il buco nero, alimentandolo ancora. Un ciclo continuo e sorprendente, come quello osservato nell’ammasso di Perseo, a circa 240 milioni di anni luce da noi. Ma non è tutto.

Illustrazione di un buco nero supermassiccio (Depositphotos foto)
Illustrazione di un buco nero supermassiccio (Depositphotos foto) – www.aerospacecue.it

Dalla distruzione alla creazione di nuove stelle

Questo processo di raffreddamento non serve solo a “nutrire” il buco nero. I filamenti di gas freddo potrebbero diventare la materia prima per la nascita di nuove stelle. In pratica, i buchi neri, famosi per distruggere tutto ciò che incontrano, potrebbero anche contribuire alla creazione di nuovi mondi. Un paradosso cosmico affascinante.

Inoltre, gli scienziati hanno scoperto che c’è una correlazione diretta tra la luminosità del gas caldo e quella dei filamenti freddi. Questo comportamento è simile a quello delle cosiddette galassie medusa, dove il gas viene trascinato via mentre le galassie si muovono attraverso nubi di polveri dense. Tutto questo è stato possibile grazie a una nuova tecnica di analisi dei dati del telescopio Chandra, che ha permesso di distinguere chiaramente i diversi tipi di gas. Insomma, i buchi neri non sono solo mostri divoratori: sono anche dei sofisticati ingegneri cosmici.