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Neve e ghiaccio sulle strade, fino ad ora abbiamo sempre sbagliato | Il sale rovina gli ecosistemi: bisogna trovare una soluzione

Illustrazione di una strada ghiacciata (Depositphotos)

Illustrazione di una strada ghiacciata (Depositphotos FOTO) - www.aerospacecue.it

Quando la strada è ghiacciata, si agisce sempre con il sale. Eppure, c’è un errore che commettiamo sempre con il sale. 

Il sale è fondamentale per la vita, ma il suo eccesso può avere effetti negativi sulla salute e sull’ambiente. E’ sempre meglio non esagerare, come per esempio metterne tanto nella pasta o su altri alimenti.

Per il corpo umano, un consumo eccessivo di sale è collegato a ipertensione, problemi cardiovascolari e danni ai reni. Inoltre, può favorire la ritenzione idrica e aumentare il rischio di osteoporosi.

In natura, l’accumulo di sale nei terreni (salinizzazione) è un grosso problema per l’agricoltura: rende il suolo meno fertile e danneggia le piante. Anche i fiumi e i laghi possono essere contaminati dal sale usato per sciogliere il ghiaccio sulle strade, mettendo a rischio la fauna acquatica.

L’uso eccessivo di sale nell’industria e nei sistemi di depurazione contribuisce all’inquinamento idrico, rendendo più difficile il trattamento delle acque. Serve più attenzione nell’uso di questa risorsa per limitare i danni.

Il sale e la salute

Sai quando metti troppo sale nella pasta e poi ti penti perché ogni boccone sa di mare? Ecco, immagina di fare lo stesso con il tuo corpo ogni giorno. Il problema è che il sale in eccesso non si limita a insaporire, ma crea danni concreti. Pressione alta, ritenzione idrica, stress ai reni… e tutto questo senza che ce ne accorgiamo. È subdolo, perché il nostro palato si abitua al sapore deciso e ne vuole sempre di più.

E poi c’è il lato meno ovvio: il legame tra sale e osteoporosi. Sembra strano, ma troppo sodio fa perdere calcio alle ossa, rendendole più fragili. E noi che pensiamo che il latte basti a tenerle forti! Il punto è che spesso esageriamo senza rendercene conto, perché il sale è nascosto ovunque: nei cibi pronti, nel pane, nei formaggi. Bisognerebbe davvero farci più attenzione.

Illustrazione di una persona mentre sparge il sale (Depositphotos)
Illustrazione di una persona mentre sparge il sale (Depositphotos FOTO) – www.aerospacecue.it

Un problema sottovalutato

Non ci pensiamo mai, ma il sale che usiamo sulle strade d’inverno finisce nei terreni, nei fiumi, nei laghi. E non se ne va magicamente con il disgelo. Rende i suoli meno fertili, danneggia le piante e contamina l’acqua. Un po’ come quando innaffi le piante con l’acqua del mare: risultato? Muore tutto, tranne qualche specie tosta che ha imparato a sopravvivere nel deserto.

Una possibile soluzione? Usare piante “super-resistenti”, le cosiddette alofite, che assorbono il sale e lo trattengono. Bello, no? Peccato che, anche nelle migliori condizioni, riescano a ridurne solo una piccola parte. Insomma, è come cercare di svuotare il mare con un secchio. Non basta. Serve un approccio più ampio, magari con materiali alternativi per il disgelo e meno spreco di sale nell’industria. Altrimenti, ci ritroveremo con fiumi che sanno di brodo e campi che non danno più frutti.